Il presidente del Milan ha rilasciato un’intervista sul programma Goal Economy, trasmesso su Radio TV Serie A e RDS, in cui ha illustrato i temi salienti che riguardano la società rossonera, con attenzione alla situazione sportiva e finanziaria. Durante la conversazione, ha toccato anche questioni relative alla costruzione di un nuovo stadio e le sfide del calcio italiano rispetto ad altri campionati europei, con particolare riferimento alla Premier League.
Un incontro di storia e attualità
Il presidente ha iniziato ricordando la sua esperienza con il Vicenza, una squadra che era in Serie A e che aveva trionfato in Coppa Italia. “Ricordo che all’epoca la società era di proprietà di una public company, che attualmente possiede anche il Tottenham. Ricevetti l’offerta di diventare presidente e ho ricoperto quell’incarico per tre anni, un periodo cruciale per la mia carriera, che mi ha poi portato al Milan“, ha dichiarato. Con un passato ricco di esperienze, il presidente ha mostrato di avere una prospettiva chiara sull’andamento del calcio italiano, evidenziando i cambiamenti che il campionato ha subito negli ultimi due decenni.
La sfida del calcio italiano
Negli ultimi venti anni, il calcio di Serie A ha affrontato una significativa perdita di competitività. “Un tempo, la Serie A era il campionato più prestigioso d’Europa; ora, purtroppo, si è assistito a un declino. L’attenzione si è spostata sulla Premier League e sulle coppe europee, mentre noi vediamo i nostri incassi televisivi fermarsi a circa 200 milioni all’anno”, ha spiegato il presidente. Questa riflessione mette in evidenza le difficoltà economiche e la necessità di una strategia di rilancio per il campionato italiano, che appare sempre più distante dalle altre leghe di maggiore successo.
Sostenibilità finanziaria come priorità
Entrando nel merito della gestione economica del Milan, il presidente ha sottolineato che la sostenibilità finanziaria è un requisito imprescindibile. “Non è una scelta, è un obbligo. La Uefa ha meccanismi di penalizzazione e una gestione sana del bilancio è fondamentale per il futuro della squadra. Siamo stati i maggiori investitori in questo settore e, anche se i risultati sono sotto la lente di ingrandimento, contiamo sul sostegno dei tifosi”, ha affermato. Sottolineando il progetto “Milan Futuro”, ha rimarcato l’importanza di investire nei giovani, consapevole che i risultati potrebbero non arrivare immediatamente.
Il progetto stadio: investimenti e difficoltà
Il tema dello stadio è stato al centro della discussione, in particolare il progetto di un nuovo impianto. “Stiamo lavorando su un piano che ricorda quello del 2018, ma è necessario aggiornare le aspettative. C’è una lotta per modernizzare le infrastrutture e i cittadini stanno modificando le loro opinioni. Non è solo lo stadio di San Siro a essere iconico, ma anche le due squadre stesse. Da quegli stadi moderni visti in TV, tutti si rendono conto che il nostro non è più all’altezza”, ha commentato.
Il presidente ha discusso anche delle difficoltà in corso, unite alla recente rimozione dei vincoli sulla costruzione del nuovo stadio a San Donato. “Ora la situazione sta cambiando e i club dovranno acquistare sia lo stadio attuale sia i terreni circostanti per procedere. L’intero processo sarà complesso, ma sono fiducioso per il futuro”, ha aggiunto.
Il mercato e la crisi del calcio
La gestione del mercato non è stata trascurata, con un occhio di riguardo alla questione del “pezzotto”, la visione illegale delle partite. “Stiamo affrontando una questione seria quanto grave: il danno economico annuale si aggira attorno ai 500 milioni di euro. Ci sono aziende come Dazn e Sky che ne risentono, ma la ricaduta diretta si avverte anche per noi club”, ha rivelato il presidente, spiegando come la situazione debba essere urgentemente affrontata per recuperare il valore e la legalità nel settore.
Inoltre, ha sollevato preoccupazioni per le restrizioni pubblicitarie sul betting, notando come queste rappresentino una limitazione per le entrate dei club: “Siamo l’unico Paese in Europa a vietare questa pubblicità nel calcio. Mi chiedo dove si trovi la dignità in questo Decreto Dignità, che limita fortemente le nostre possibilità di incasso”. Ha sottolineato l’importanza di rivalutare queste scelte per garantire un sostegno più robusto al movimento calcistico italiano.