Il Pronto Soccorso di Olbia si trova a fronteggiare una situazione critica, dopo aver gestito un’estate segnata da un numero record di prestazioni e praticamente senza personale sufficiente. Con soli due medici strutturati attivi a fronte di diciannove previsti, la Asl di Gallura ha sollevato un ulteriore allerta riguardo alla continuità del servizio di emergenza, già messo a dura prova. La direzione generale della Asl ha messo in evidenza come la copertura notturna del servizio sia seriamente a rischio, dopo aver implementato, con enormi sforzi, un sistema di copertura anche grazie a medici esterni.
La struttura sanitaria in stato di emergenza
L’estate 2023 ha rappresentato un banco di prova estremo per il Pronto Soccorso dell’ospedale Giovanni Paolo II di Olbia. Con ben 6.000 prestazioni nel mese di agosto, il servizio ha raggiunto punte di accesso di 260 pazienti al giorno. Questo porta a riflettere sulla sostenibilità della struttura, che ha dovuto affrontare un carico di lavoro insostenibile per un periodo prolungato. I due medici di turno, costretti a gestire situazioni di emergenza con un organico drammaticamente ridotto, hanno fronteggiato un aumento esponenziale della domanda di assistenza. La gestione della situazione si è fatta ancora più complessa con l’approssimarsi della stagione autunnale, quando i volumi di pazienti tendono ad aumentare ulteriormente per le patologie tipiche di quel periodo.
Sul fronte della copertura notturna, la situazione sta diventando insostenibile. La Asl sta avvertendo la necessità di rivedere la disposizione delle risorse, da tempo sottolineata agli organi regionali, che abbiano mostrato una scarsa disponibilità a risolvere le criticità. Le attuali condizioni lavorative, al limite delle possibilità umane, pongono un serio interrogativo sulla funzionalità di un servizio che già fatica a mantenere standard essenziali per la salute pubblica.
Rischi professionali per il personale medico
La pressione continua che il personale medico e infermieristico ha dovuto affrontare si traduce in un evidente stato di stress e affaticamento. L’assenza di supporto da parte di colleghi di altre strutture, unita alla mancanza di rotazione nel personale, ha aggravato una situazione che già era critica. Nei tre mesi estivi, chi lavora al Pronto Soccorso di Olbia ha vissuto quotidianamente situazioni di stress estremo, con turni di lavoro massacranti e senza il dovuto supporto.
Le convenzioni stipulate con altri ospedali, come la Aou di Sassari, non hanno prodotto i risultati sperati; non si è visto alcun apporto di specialisti a Olbia, dove il bisogno era più pressante. Al contrario, altre strutture più fortunate hanno ricevuto ore aggiuntive di medici esterni. Questa disparità ha messo a dura prova il personale locale, che ora si trova a dover gestire sia le emergenze che il ricovero di pazienti, creando il rischio di un sovraccarico inaccettabile.
La necessità di soluzioni immediate
Ciò che occorre con urgenza è un intervento concreto da parte delle autorità sanitarie regionali. Mentre la direzione della Asl ha finora lavorato duramente per mantenere il servizio operativo, la contrazione del numero di medici disponibili a origine di contratti di lavoro discutibili rende il futuro del Pronto Soccorso di Olbia incerto. La possibilità di mantenere una copertura adeguata, in particolare durante la notte, è al centro delle preoccupazioni.
Le voci di medici e infermieri, che si sentono al limite delle loro capacità umane, rispecchiano una realtà che non può essere ignorata. La carenza di personale, oltre a rappresentare un grave problema per la salute dei cittadini, influisce direttamente sulla qualità delle cure e sull’efficacia dell’intervento in situazioni di emergenza. È quindi essenziale che vengano esplorate strade alternative e che vengano approntate misure adeguate per garantire che il Pronto Soccorso di Olbia possa operare in condizioni di normalità.