Alessandro Basciano, noto per la sua carriera nel mondo della musica e della televisione, ha recentemente svelato i dettagli dell’esperienza traumatica vissuta durante la sua detenzione nel carcere di San Vittore. L’arresto è giunto dopo che Sophie Codegoni, la sua ex compagna, lo ha denunciato per stalking e minacce. In un’intervista rilasciata durante la trasmissione Iceberg su TeleLombardia, Basciano ha esposto la sua angoscia e il sentimento di umiliazione provato in quei due giorni.
Un arresto inaspettato
Il racconto di Basciano inizia con il momento choc che ha preceduto il suo arresto. Tornando da un normale allenamento, il deejay non avrebbe mai immaginato di trovarsi di fronte a una situazione tanto drammatica. Ha descritto l’arrivo di un’auto dei carabinieri sotto casa, e la richiesta di salire per ricevere un atto. In quel contesto, la rivelazione del mandato di arresto lo ha colto del tutto di sorpresa. “Ero incredulo”, ammette, “Ho cercato di spiegare che dovevo pubblicare un lavoro su Instagram, non capivo cosa stesse succedendo”.
L’esperienza nel carcere di San Vittore
Una volta varcati i cancelli di San Vittore, Basciano ha dovuto confrontarsi con la realtà di un mondo carcerario che lo ha profondamente scioccato. Ha descritto le 48 ore come un vero e proprio “incubo” e ha parlato di un ambiente in cui la paura e la vulnerabilità diventano predominanti. “Quando ti chiudono la porta alle spalle, entri in una dimensione che ti fa perdere il controllo”, ha commentato. La sua impressione è stata amplificata dalla presenza di detenuti accusati di reati molto gravi, come pedofilia e femminicidio, con i quali si è trovato a condividere lo spazio.
Umiliazione e impotenza
L’impatto psicologico dell’esperienza è stato devastante per Basciano. “Mi sono sentito umiliato, impotente”, ha affermato. La consapevolezza di trovarsi in una cella accanto a persone accusate di crimini così gravi ha colpito il suo stato d’animo, rendendolo distante ed emotivamente assente. “Non rido, non piango, non sento più niente”, ha confessato, riflettendo su come il trauma vissuto abbia alterato la sua percezione della realtà. Questi momenti difficili hanno lasciato un marchio indelebile nella sua memoria, rendendo la sua detenzione un capitolo di sofferenza e introspezione.
L’importanza di far luce su queste esperienze
La testimonianza di Alessandro Basciano apre una finestra su una dimensione spesso ignorata della vita carceraria, evidenziando le sfide personali affrontate dai detenuti e le conseguenze psicologiche di un’esperienza così complessa. Le sue parole pongono interrogativi sulla condizione umana e sulle reazioni che tali situazioni estreme possono generare, offrendo spunti di riflessione su temi delicati come la giustizia, la vulnerabilità e l’empatia. La condivisione di queste esperienze, seppur dolorose, rappresenta un passo verso una maggiore comprensione delle esperienze vissute da chi si trova a confrontarsi con il sistema carcerario.