Bergamo celebra una delle sue figure storiche più affascinanti con una nuova iniziativa dedicata a Costantino Beltrami, noto esploratore che nel 1823 scoprì le sorgenti del Mississippi. Il Museo Civico di Scienze Naturali Enrico Caffi ha infatti inaugurato una mostra permanente che illustra la vita e le imprese di questo illustre concittadino, mentre un libro co-curato da esperti del settore offre un’analisi approfondita e coinvolgente delle sue esperienze. Il progetto punta a valorizzare il patrimonio culturale locale e a trasmettere la storia di Beltrami anche alle nuove generazioni.
Costantino Beltrami: una figura dimenticata nella sua città natale
Nato a Bergamo nel 1779, Costantino Beltrami è stato un esploratore e viaggiatore di notevole spessore, ma la sua figura è rimasta sorprendentemente poco conosciuta. Sergio Gandi, attuale assessore alla Cultura, ha condiviso la sua sorprendente mancanza di informazioni su Beltrami, nonostante le radici comuni. Il professor Giuseppe Remuzzi, attraverso le colonne del Corriere della Sera, ha messo in luce il valore di Beltrami, equiparandolo a grandi nomi della storia bergamasca come Bartolomeo Colleoni e Gaetano Donizetti, e contemporanei di spicco come Sofia Goggia.
Per colmare questa lacuna di conoscenza, è stato pubblicato il libro «Costantino Beltrami. Il sogno di un nuovo mondo», redatto dai curatori Marco Valle e Barbara Mazzoleni, che prende spunto dalla mostra dedicata all’esploratore. Il volume funge da catalogo della mostra stessa ma ha anche ambizioni narrative, grazie all’impostazione avventurosa che caratterizza le pagine dedicate alle sue scoperte e alle sue esperienze.
La mostra e il libro: un viaggio tra storia e avventura
La mostra è stata inaugurata nel 2023 per commemorare il bicentenario del viaggio di Beltrami in Nord America, dove scoprì le sorgenti del Mississippi. La mostra, inizialmente temporanea, ha riscosso un notevole successo di pubblico, attirando circa 90mila visitatori, e ha quindi guadagnato una sede permanente nel Museo Caffi. Questo ne testimonia non solo il valore storico ma anche l’interesse che suscita nella comunità.
Le 208 pagine del libro sono suddivise in sette capitoli e presentano un ampio quadro delle avventure e delle scoperte di Beltrami, esplorando le dimensioni esistenziali, geografiche e culturali della sua vita. Per rendere omaggio al poliedrico ingegno dell’esploratore, Valle e Mazzoleni hanno coinvolto esperti di diversi ambiti, consentendo una comprensione più sfaccettata della figura di Beltrami. Non mancano, poi, i contributi delle comunità indiane americane, discendenti delle popolazioni che Beltrami incontrò nei suoi viaggi.
Parallelamente, il Museo Caffi ha pensato anche ai più giovani con un testo intitolato «Il mio amico Beltrami», arricchito da illustrazioni e scritture pensate appositamente per avvicinare i bambini alla figura dell’esploratore.
Valore culturale e linguisticamente accessibile
Un aspetto significativo della pubblicazione è la sua disponibilità in lingua inglese, riflettendo l’importanza di Beltrami nel contesto internazionale, specialmente negli Stati Uniti. Infatti, in Minnesota è stata dedicata a lui una contea, testimoniando il legame che l’esploratore ha con la cultura americana. Questa scelta di edizione non solo amplia il pubblico potenziale del libro, ma contribuisce anche a diffondere ulteriormente la conoscenza di Beltrami oltre i confini italiani.
Il libro e la mostra sono dichiaratamente progettati per offrire un’esperienza immersiva sia per coloro che visitano il museo, sia per coloro che desiderano approfondire la figura di Beltrami attraverso le pagine scritte. Marco Valle ha sottolineato che il racconto di Beltrami è così ricco e sfuggente che può essere apprezzato in diversi modi: prima, durante o dopo la visita del percorso museale.
La ex assessora alla Cultura, Nadia Ghisalberti, ha evidenziato l’importanza di questo progetto per la comunità bergamasca, rimarcando come la figura di Beltrami rappresenti un legame vivo con la storia della città e una fonte d’ispirazione per le generazioni future. La mostra e il libro servono non solo come strumento educativo, ma anche come un modo per riannodare il filo tra passato e presente, permettendo così di scoprire e riscoprire un figuro fondamentale della storia bergamasca.