L’allevamento ovino in Sardegna si riallinea su sfide e opportunità, come emerso dal recente convegno “Prospettive e problematiche del settore ovino sardo”, tenutosi al centro congressi L’Anfora di Tramatza. In questo incontro, esperti del settore hanno discusso la necessità di una regolamentazione regionale per l’introduzione di razze estere, mirando a un percorso integrato che coinvolga tutti gli attori della filiera, dall’allevamento alla trasformazione. Al centro della discussione ci sono qualità del latte e della carne, importanti risorse per il comparto agroalimentare sardo.
Strategia per la qualità della carne e del latte
Il fulcro del convegno è stata la volontà di migliorare la resa sia della carne che del latte provenienti dall’allevamento ovino. Durante i lavori, Angelo Daga, rappresentante di Daga Carni, ha sottolineato l’importanza di valorizzare la carne delle pecore a fine carriera, creando sinergie che possano contribuire a nuove opportunità per gli allevatori sardi. Daga ha spiegato come gli obiettivi del progetto puntino a trasformare la qualità della carne ovina, stimolando rinnovate collaborazioni tra le aziende del territorio.
Alberto Stanislao Atzori, responsabile scientifico del progetto Dairy Chain dell’Università di Sassari, ha illustrato la necessità di differenziare le politiche di settore rispetto ad altre specie animali, come bovini e caprini. Questa diversificazione, secondo Atzori, renderebbe più efficaci le tecniche di gestione, assicurando una maggiore sostenibilità. Oltre alla produzione di latte, è fondamentale considerare anche i servizi ecosistemici che l’allevamento ovino può offrire, sia in termini ecologici che socioeconomici. Questi approcci promettono di arricchire non solo la qualità dei prodotti, ma anche la tutela del territorio e la vitalità delle aree rurali dell’isola.
Innovazioni nel settore agroalimentare
Il convegno ha trattato ampiamente il tema dell’innovazione, con Daniela Auzzas di Cdr Italia che ha affermato che è fondamentale trasformare le criticità in opportunità concrete. Auzzas ha precisato che, grazie all’iniziativa, si intende valorizzare il patrimonio della carne ovina e promuovere la sostenibilità economica e ambientale. Questo tipo di approccio potrebbe migliorare radicalmente la percezione della carne ovina sul mercato e avviare processi di produzione più responsabili.
Emiliano Attardi, rappresentante di Cao Formaggi, ha evidenziato i margini di crescita esistenti nel settore. La discussione è stata sostenuta da Antonello Cannas, docente all’Università di Sassari, che ha presentato dati decennali sulle tecniche di alimentazione degli allevamenti ovini. Cannas ha spiegato che il futuro degli allevamenti ovini in Sardegna dovrà necessariamente passare per un miglioramento delle rese casearie e in carne, con sistemi di pagamento che incentivino la qualità.
Opportunità di crescita attraverso l’alimentazione
Francesca Satta e Michela Cannas hanno fornito rilevamenti sull’alimentazione delle pecore sarde a fine carriera, evidenziando risultati positivi legati a specifiche tecniche di ingrasso. Gli esperimenti hanno dimostrato che è possibile ottenere carne di buona qualità per la produzione di hamburger e arrosticini, mantenendo contenuti economici sostenibili. Nonostante ciò, un altro aspetto cruciale è l’alimentazione.
I dati iniziali sull’incrocio tra pecore sarde e arieti da carne per la produzione di agnelli da taglio Igp suggeriscono una percentuale di fertilità molto alta, quasi del 90%. Alberto Lelli, direttore della cooperativa Produttori Arborea, ha sottolineato che progetti come Incovi non solo sono vitali per migliorare la qualità alimentare ma aprono anche a nuove frontiere di apprendimento per la gestione del settore ovicaprino.
Riflessioni sul mercato e la competitività
Alessandro Mazzette, direttore del Consorzio di tutela dell’agnello Igp di Sardegna, ha fatto il punto sull’andamento del mercato nel quale la carne ovina, e in particolare l’agnello da latte Igp, hanno visto un incremento notevole delle quotazioni. Con oltre il 25% del valore della produzione lorda vendibile attribuibile all’allevamento ovino, ciò evidenzia l’importanza di una stretta connessione con la produzione lattiero-casearia, tradizionalmente radicata nel territorio.
Mazzette ha infine discusso le potenzialità di crescita del settore, ponendo attenzione sulla prolificità delle greggi e sull’introduzione di incroci strategici tra razze da carne e razza sarda. Questi sforzi, supportati da una governance regionale, potrebbero contribuire a produrre agnelloni di alta qualità, apportando benefici economici consistenti e mitigando le criticità legate alla stagionalità.
In questo contesto, l’allevamento ovino in Sardegna si trova in una fase cruciale di sviluppo, e iniziative come questo convegno possono realmente fungere da catalizzatori per il cambiamento e l’innovazione del settore.