Oliver Stone accusa Hollywood: “Mi hanno messo alla porta dopo l’intervista a Putin”

Oliver Stone affronta ostacoli nella sua carriera cinematografica dopo un’intervista con Putin, denunciando la censura a Hollywood e il prezzo della libertà di espressione nel panorama attuale.
Immagine generata con AI

La carriera di Oliver Stone, rinomato regista e sceneggiatore, ha preso una piega inaspettata dopo una recente intervista con il leader russo. Nel corso degli anni, Stone è diventato noto per i suoi film provocatori e politicamente carichi, ma adesso sembra affrontare ostacoli significativi nel panorama cinematografico americano. Le sue dichiarazioni lasciano intravedere una frustrazione profonda nei confronti del sistema di Hollywood, accusato di censura nei suoi confronti.

Un progetto ambizioso e le difficoltà di finanziamento

Nell’ottobre del 2023, durante il Festival di Cannes, si è parlato di un nuovo progetto di Stone, un lungometraggio carico di contenuti politici. Il regista, all’epoca, era entusiasta circa la sua idea di girare un film di finzione, ma contemporaneamente manifestava preoccupazioni per il reperimento dei fondi necessari alla realizzazione del progetto. Stone ha siglato un accordo con Atlas Artists, che gli fornirà rappresentanza in vari ambiti, ma le notizie sui finanziamenti sono rimaste incerte.

Con uno sguardo rivolto al futuro, Stone ha ribadito il suo desiderio di tornare alla regia: “Mi piacerebbe, credo di averne ancora uno”, ha affermato. Tuttavia, la realtà dei suoi progetti sembra ostacolata. Recentemente, in un intervento al Quincy Institute, ha rivelato come la sua attività cinematografica potrebbe essere gravemente compromessa. “Ho probabilmente una blacklist dopo l’intervista a Putin. Ho sentito che a Hollywood ci si aspetta che tu segua un certo tipo di narrazione. Se non lo fai, le conseguenze possono essere dure”, ha dichiarato.

La denuncia di Stone: il prezzo della libertà di espressione

Oliver Stone ha sempre sottolineato il suo impegno nella libertà di espressione. Parlando della sua esperienza, ha commentato: “Sono stato guidato dalla passione, e purtroppo si paga un prezzo per questo. Ho realizzato che probabilmente sono su una lista nera a causa delle mie scelte.” In un mondo in cui i registi devono spesso confrontarsi con le pressioni per conformarsi a narrazioni prevalenti e limitazioni creative, Stone si è opposto a quello che chiama “virtù artificiale” presente a Hollywood.

Criticando l’attuale clima cinematografico e l’ideologia del politicamente corretto, ha aggiunto: “Se non indossi il tuo nastro della consapevolezza, non sei accettato. Non sopporto questa mentalità, ecco perché ho scelto di allontanarmi.”

Una carriera in continua evoluzione e il desiderio di tornare

Nonostante le difficoltà, il percorso di Stone è stato segnato da molte opere significative, da W a Wall Street – Il denaro non dorme mai, fino a Le belve. Ma l’ultima volta che ha diretto un film di finzione è stata nel 2016, con Snowden, che non ha ricevuto il riscontro sperato. Il regista ha manifestato il desiderio di realizzare una nuova opera, nel prossimo anno, se riuscirà a superare i limiti attuali. La sua carriera, così come il suo approccio al cinema, continua a suscitare dibattiti e riflessioni sul ruolo dei cineasti nella società contemporanea.

Mentre il futuro rimane incerto, il regista ha lasciato intendere che la sua determinazione a raccontare storie che sfidano lo status quo rimarrà immutata. Stone è noto per aver affrontato questioni delicate e scottanti; sarà quindi interessante vedere quale direzione prenderà nel suo prossimo progetto, se riuscirà a concretizzarlo.

Add a comment

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *