Cresce l’allerta per la chiusura del Polo Oncologico del Businco: il personale chiede interventi urgenti

La chiusura delle sale operatorie al Polo Oncologico del Businco di Cagliari solleva preoccupazioni tra sindacati e personale, mettendo a rischio l’assistenza ai pazienti oncologici in Sardegna.
Immagine generata con AI

Una situazione critica sta affliggendo il Polo Oncologico del Businco di Cagliari, dove la chiusura di ulteriori sale operatorie solleva forti preoccupazioni tra sindacati e personale. Le denunce del dirigente sindacale Gianfranco Angioni fanno luce su una mancanza di chiarezza da parte delle istituzioni regionali riguardo al futuro dell’ospedale. Con l’approssimarsi del 2025, il trasferimento di diversi servizi al Presidio Ospedaliero San Michele non è accompagnato da dettagli su un cronoprogramma o un progetto esecutivo. Questa crisi pone interrogativi sulla gestione della salute pubblica in un periodo in cui il cancro rimane una delle principali cause di morte in Sardegna.

Denunce e preoccupazioni sulla chiusura delle sale operatorie

Gianfranco Angioni, dirigente del sindacato USB Sanità e rappresentante nella delegazione trattante della Rappresentanza Sindacale Unitaria, ha espresso forti timori circa l’assenza di indicazioni sul futuro del Polo Oncologico. A partire da gennaio 2025, sono previste chiusure di sale operatorie già operative, destinandole al Presidio Ospedaliero San Michele. Angioni sottolinea che non sono stati forniti dettagli sul cronoprogramma dei lavori, nonostante i fondi di 9 milioni di euro arrivati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza . Questa situazione allarma i lavoratori, che vedono i pazienti oncologici costretti a ricevere assistenza in una struttura che non ha le stesse risorse.

La domanda che emerge è se il Presidio Ospedaliero San Michele, già gravato da un carico di lavoro significativo, sarà in grado di gestire l’afflusso di pazienti oncologici. Mancano informazioni riguardo ai percorsi pre-operatori e alla disponibilità di posti letto. Con un aumento della pressione sulle risorse, è del tutto lecito chiedersi quale tipo di assistenza riceveranno i pazienti, in un contesto dove la qualità dei servizi è fondamentale per la loro salute.

L’importanza di una risposta adeguata: i diritti dei pazienti oncologici

Il cancro continua a rappresentare una sfida seria per la salute pubblica in Sardegna. Le statistiche ISTAT del 2020 indicano che questa malattia è una delle principali cause di morte, portando a evidenziare l’importanza di mantenere un servizio di assistenza adeguato. Angioni denuncia che il ridotto numero di servizi può mettere a rischio la vita di molti pazienti, i quali meritano un’assistenza integrata di alta qualità.

Non si tratta semplicemente di trasferire gli ammalati da un luogo a un altro senza considerare le loro pratiche cliniche e i percorsi di cura. Gli ammalati di cancro necessitano di un sistema di assistenza che non solo implichi la disponibilità di strutture, ma anche personale formato e risorse adeguate per garantire che non ci siano interruzioni nella cura.

Angioni mette in risalto il fatto che la proposta di utilizzo di circa 500 metri quadrati dell’ala B del Businco, attualmente inutilizzati e dotati di impianti adeguati, potrebbe rappresentare una soluzione concreta per rispondere alle esigenze dei pazienti oncologici. Questa opzione dovrebbe essere esplorata con urgenza per garantire assistenza continua e di qualità.

Chiamata all’azione per le autorità competenti

Le associazioni dei pazienti e i lavoratori del settore stanno rivolgendo un appello alle autorità pregando affinché venga rispettato il percorso corretto per i trasferimenti e che si verifichino eventuali responsabilità legate al mancato utilizzo di spazi potenzialmente utili. Questa è una questione di responsabilità verso i cittadini, i quali hanno diritto a ricevere le cure necessarie in un contesto sanitario equo e accessibile.

Angioni ha espresso con fermezza la volontà di difendere la salute collettiva e ha invitato a prendere decisioni tempestive. La situazione attuale del Polo Oncologico non rappresenta solo una sfida amministrativa, ma una questione cruciale per i diritti e la sicurezza dei pazienti. I prossimi mesi saranno determinanti nel valutare se le istituzioni riusciranno a rispondere adeguatamente a queste pressanti necessità.

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