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Valorizzazione del patrimonio nuragico: passi importanti per il futuro della Sardegna

Valorizzazione del patrimonio nuragico: passi importanti per il futuro della Sardegna

La Sardegna promuove il suo patrimonio nuragico attraverso un volume che coinvolge 222 comuni, puntando a un riconoscimento UNESCO e a uno sviluppo turistico sostenibile e accessibile.
Valorizzazione del patrimonio nuragico: passi importanti per il futuro della Sardegna - Nidi di Sardegna

La Sardegna si dimostra ancora una volta un cruciale punto di riferimento per la valorizzazione del suo inestimabile patrimonio culturale. Recentemente, la Fondazione di Sardegna ha ospitato la presentazione del volume “Patrimonio nuragico e sviluppo della Sardegna: cultura, identità e turismo“, elaborato dal Crenos, Centro ricerche economiche Nord Sud, in collaborazione con l’Associazione “La Sardegna verso l’UNESCO” e vari enti pubblici e privati. Questo studio, curato da Raffaele Paci e Andrea Zara, si propone di analizzare e promuovere il patrimonio nuragico dell’isola, coinvolgendo 222 comuni e fissando le basi per un potenziale riconoscimento UNESCO.

Il valore della collaborazione per il patrimonio nuragico

Durante la presentazione, Pierpaolo Vargiu, presidente dell’associazione promotrice, ha sottolineato la necessità di massimizzare la cooperazione tra tutte le parti coinvolte per valutare e valorizzare adeguatamente il patrimonio nuragico. Questo approccio collaborativo è stato evidente negli sforzi compiuti negli anni recenti, mirati a far emergere l’importanza culturale e storica dei siti nuragici. Vargiu ha insistito sul fatto che questa valorizzazione richiede non solo investimenti finanziari, ma anche un’azione politica decisiva per garantire che i progetti possano prosperare e tradursi in un reale sviluppo del territorio.

I curatori Paci e Zara hanno illustrato l’importanza dei 32 siti selezionati per il volume, sottolineando che, sebbene Barumini abbia già ricevuto il riconoscimento UNESCO, i restanti siti rappresentano il potenziale inesplorato di un patrimonio archeologico che si estende a migliaia di zone nel territorio sardo. Con un milione di residenti coinvolti nella programmazione, l’obiettivo è garantire un incremento del flusso turistico e dell’interesse verso questi luoghi, specialmente durante le stagioni di punta primaverile e autunnale, quando il numero di visitatori supera notevolmente le presenze estive.

Sostenibilità e accessibilità: le chiavi per il futuro

Il volume presentato non si limita a discutere l’importanza del patrimonio nuragico, ma evidenzia anche la necessità di azioni integrate per la sostenibilità e l’accessibilità dei siti. Gli esperti coinvolti nel dibattito hanno ribadito che il riconoscimento UNESCO da solo non rappresenta l’obiettivo finale; al contrario, esso deve essere accompagnato da iniziative culturali, comunicative e infrastrutturali che possano contribuire a una fruibilità duratura nel tempo. La creazione di una rete di collaborazione tra istituzioni pubbliche e privati, così come il potenziamento delle risorse a disposizione, diventa fondamentale per garantire che il patrimonio nuragico non sia solo un bene da conservare, ma un’opportunità per il turismo culturale e l’economia locale.

La regione sarà dunque chiamata a investire nel potenziamento degli accessi, nel miglioramento dei servizi per i visitatori e nella formazione di guide specializzate, in modo da rendere l’esperienza di visita il più ricca e informativa possibile. Affinché il patrimonio possa prosperare e fungere da leva economica, è essenziale pianificare azioni preparatorie che comprendano anche l’educazione e la sensibilizzazione della popolazione locale.

La voce delle istituzioni: punti di vista a confronto

Il dibattito ha visto la partecipazione di figure chiave, tra cui Ilaria Portas, assessora regionale della pubblica istruzione e beni culturali, che ha rimarcato l’importanza del progetto come simbolo di unità per l’intera Sardegna. La Portas ha messo in evidenza gli sforzi intrapresi dal 2017 al fine di valorizzare i beni culturali, attraverso una sinergia tra istituzioni e scuola per approfondire la conoscenza della storia nuragica.

Francesco Pigliaru, già presidente della Regione e membro del Crenos, ha applaudito il lavoro realizzato dai curatori, evidenziando come questo possa fungere da strumento fondamentale per affrontare le sfide future legate alla cultura, all’identità e al turismo in Sardegna.

Anche i rappresentanti della Soprintendenza e dell’ANCI hanno concordato sull’impatto positivo della collaborazione interistituzionale, confermando che un approccio sistemico è necessario per le azioni progettuali che mirano alla valorizzazione dei territori.

Allo stesso modo, Giuseppe Meloni, vicepresidente della regione, ha sottolineato che la valorizzazione del patrimonio nuragico rappresenta un’opportunità strategica per il riconoscimento UNESCO. Ha chiamato a un lavoro di squadra tra istituzioni e privati, per sviluppare e sostenere progetti a lungo termine, creando sinergie concrete tra le diverse entità coinvolte.

La valorizzazione del patrimonio nuragico in Sardegna non è quindi un traguardo, ma un percorso che richiede continuità e cooperazione. Le istituzioni e la comunità sono parte fondante di questo progetto, con l’obiettivo di fare della Sardegna un modello di sviluppo culturale sostenibile e accessibile.

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