La serie Uonderbois, distribuita su Disney+ dal 2023, ha attirato l’attenzione del pubblico non solo per il suo fascino narrativo, ma anche per il suo legame con Napoli. Questa nuova avventura si inserisce in una cornice simile a quella di Skeleton Crew, un’altra produzione recente dell’universo Star Wars, condividendo alcuni temi comuni nonostante le differenze di contesto. La serie, frutto della creatività di Barbara Petronio e Gabriele Galli, promette di far scoprire Napoli sotto una nuova luce.
Hinterland napoletano: Un richiamo per gli autori
La scelta di Napoli come location principale per Uonderbois non è casuale, e Barbara Petronio, coautrice della serie, chiarisce subito che la sua passione per la città va oltre la semplice affiliazione geografica. “Non sono napoletana, né abito qui,” spiega la Petronio. Tuttavia, l’amore per Napoli si è alimentato anche per via turistica, con esperienze che hanno permesso di esplorare la sua cultura e le sue tradizioni.
Il richiamo della città partenopea affascina e stimola la creatività, fungendo da terreno fertile per le idee. “L’idea è emersa durante un weekend trascorso con un caro amico, Giorgio Romano,” continua la sceneggiatrice. Questo incontro nel 2016 ha segnato l’inizio di un legame tra la serie e il patrimonio culturale napoletano, immergendo i creatori nei racconti, nelle leggende e nei luoghi che avrebbero poi preso vita sullo schermo.
La magia di Napoli come fonte d’ispirazione
Durante le riprese, il gruppo ha visitato luoghi significativi come la Napoli sotterranea e la Gaiola, non solo per assaporare la bellezza del paesaggio, ma anche per riflettere su storie e culture che si intrecciano con l’identità della città. “Abbiamo esplorato i luoghi dell’infanzia di Giorgio e ascoltato non solo leggende come il Munaciello, ma anche storie di vita che si intrecciano con questi spazi,” racconta la Petronio.
Questo approccio ha contribuito a creare un mix narrativo unico, richiamando reminiscenze di film avventurosi degli anni ’80, come I Goonies e Mamma, ho perso l’aereo, in un contesto italiano. I riferimenti a questi classici non solo arricchiscono la trama, ma danno anche un respiro universale al racconto, rendendolo accessibile a un pubblico più ampio.
Uonderbois: un progetto in continua evoluzione
Il viaggio creativo di Uonderbois ha coinvolto una serie di passaggi, dall’ideazione alla scrittura vera e propria. L’elemento della statuetta, ad esempio, è emerso come una delle colonne portanti della trama, arricchendo il soggetto e rendendolo più avvincente. “Abbiamo dovuto trasformare l’idea iniziale in qualcosa di concreto; la statuetta è diventata un simbolo importante,” afferma la Petronio.
Una volta definita la trama, il passo successivo è stato presentare la serie a Disney. “Ho impiegato un pitch in inglese con il capo della Disney, e non essendo mai stato a Napoli, il mio entusiasmo doveva essere contagioso. Da quel momento, la passione e l’ammirazione per la città sono diventate condivise,” racconta con un sorriso. Questo scambio ha portato il team italiano a lavorare maggiormente sulle sfumature della cultura napoletana, dando luogo a una narrazione che riflette un punto di vista esterno, ma non distante.
Un racconto di formazione nel cuore di Napoli
Uonderbois si distingue non solo per la sua ambientazione, ma anche per il suo intento di riflessione sui rapporti umani. Situata in una Napoli che stimola l’interazione, la serie invita a riscoprire la realtà delle relazioni personali, lontane dalla virtualità dei telefoni. “Abbiamo scelto ambientazioni come la Napoli sotterranea, dove i telefoni non funzionano, per riscoprire il valore delle relazioni umane,” spiega la Petronio.
Attraverso la narrazione, i giovani protagonisti si ritrovano a vivere esperienze autentiche, lontano dagli schermi, nella città in cui il prossimo è parte della famiglia. Questa idea è centrale nel messaggio della serie, poiché si contiene una riflessione sui valori delle relazioni interpersonali che è fondamentale nell’educazione dei ragazzi.
La sfida del casting e l’amicizia sul set
Il processo di casting è stato cruciale per garantire che il gruppo di attori rappresentasse al meglio i personaggi. “Abbiamo lavorato a lungo per trovare il quintetto giusto, rendendo ogni attore parte di una vera squadra,” condivide Barbara. “È stato importante creare chimica tra di loro, e il lavoro di Peppe Mastrocinque, l’actor coach, è stato fondamentale in questo processo.”
Le dinamiche del gruppo si sono sviluppate non solo sul set, ma anche durante le prove, alimentando un legame forte e autentico tra i giovani attori. “La loro amicizia contribuirà anche a eventuali seguiti, perché abbiamo già pensato a delle idee per un’eventuale Uonderbois 2,” conclude la Petronio, lasciando intendere che c’è molto ancora nella storia da esplorare.
Uonderbois non è solo un prodotto televisivo, ma anche un omaggio a un’epoca e a una città, portando la magia di Napoli nelle case di una nuova generazione di spettatori. Con un mix di avventura e temi universali, questa serie ha l’intento di conquistare il pubblico, arricchendo l’offerta di contenuti giovanili disponibili oggi.