Il recente rifiuto della collezione di documenti storici appartenuti a Ottone Bacaredda, da parte dell’Amministrazione comunale di Cagliari, ha scatenato polemiche e delusione tra coloro che hanno cercato di valorizzare questo patrimonio inestimabile. Efisio Orrù, l’antiquario che ha proposto la donazione, esprime il suo rammarico per l’atteggiamento delle istituzioni, evidenziando la necessità di una maggiore attenzione verso la storia e la cultura della città.
La collezione Bacaredda: un patrimonio da preservare
Nel 2023, Efisio Orrù ha concesso in comodato d’uso al Comune di Cagliari una straordinaria collezione di documenti inediti relativi a Ottone Bacaredda, sindaco della città tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Questa raccolta comprende non solo due diari personali ricchi di appunti e note manoscritte, ma anche la fascia tricolore da sindaco, documenti ufficiali e opere letterarie di grande rilevanza storica. L’obiettivo di Orrù era di condividere questa eredità culturale con la comunità, sperando in una successiva acquisizione da parte dell’Amministrazione.
La collezione, autentico tesoro per la ricostruzione della storia cagliaritana, fu esposta a Palazzo Bacaredda, tra la speranza di un riconoscimento duraturo. Tuttavia, l’Amministrazione comunale, pur avendo ricevuto queste opere in prestito, ha dimostrato di non riuscire a valorizzarle adeguatamente.
La decisione dell’Amministrazione: una mancanza di sensibilità?
Nonostante le sollecitazioni e le rassicurazioni ricevute dal dirigente del servizio cultura, Marco Zedda, l’Assessore alla Cultura Maria Francesca Chiappe ha deciso di rinunciare alla collezione. In una recente comunicazione, Zedda ha giustificato questa scelta sostenendo che gran parte del materiale era già presente nelle raccolte della Biblioteca Comunale di Studi Sardi, lasciando intendere che non vi fossero fondi disponibili per l’acquisizione del restante patrimonio.
Le parole del dirigente hanno suscitato indignazione, poiché evidenziano una chiara incapacità di riconoscere il valore unico dei documenti e oggetti connessi a Bacaredda. Secondo gli esperti, ogni articolo della collezione rappresenta un pezzo fondamentale della storia cittadina, e non può essere ridotto alla mera catalogazione di opere già esistenti.
Il rammarico di Efisio Orrù: un patrimonio trascurato
Visibilmente deluso dalla decisione, Efisio Orrù non ha risparmiato critiche all’Amministrazione locale. “È inaccettabile che un’amministrazione comunale non riesca a comprendere la differenza tra un diario personale e un libro di testo,” ha affermato. I diari di Bacaredda, pieni di riflessioni e aneddoti, offrono uno sguardo unico sulla vita pubblica e privata di un potente protagonista della storia di Cagliari.
Orrù ha incontrato personalmente l’Assessore Chiappe, illustrando l’importanza della collezione, ma sostiene che questa abbia dimostrato una mancanza di attenzione e comprensione del valore culturale dei materiali proposti. La decisione di non acquisire la collezione ha lasciato tutti coloro che si occupano di storia e cultura cagliaritana sgomenti e delusi.
Il futuro del patrimonio culturale a Cagliari
La scelta dell’Amministrazione di rinunciare all’eredità di Bacaredda rappresenta non solo una ferita aperta per la comunità, ma anche un campanello d’allarme sul futuro della valorizzazione del patrimonio culturale a Cagliari. È fondamentale che le istituzioni comprendano l’importanza di conservare e promuovere la propria storia attraverso documenti e oggetti significativi.
La situazione invita a riflettere su quale sia il futuro delle collezioni storiche a Cagliari e su come le nuove generazioni possano accedere a un patrimonio così prezioso. L’atteggiamento dell’Amministrazione attuale potrebbe avere ripercussioni durature sulla memoria storica della città e sull’impegno verso una cultura pienamente condivisa e stimolante.