Cambiamenti controversi nel personaggio transgender di Disney: l’attrice esprime il suo scoraggiamento

La Disney modifica il personaggio transgender nella serie “Win or Lose”, suscitando polemiche tra sostenitori dei diritti LGBTQ+ e genitori, mentre l’attrice Chanel Stewart esprime il suo dispiacere per la scelta.
Immagine generata con AI

Una recente notizia ha suscitato un acceso dibattito sul modo in cui i personaggi LGBTQ+ vengono rappresentati nelle produzioni Disney. La nuova serie animata “Win or Lose”, attesa per il 2024 su Disney +, doveva includere una giovane ragazza trasgender tra i suoi protagonisti. Tuttavia, la Disney ha deciso di modificare il personaggio, eliminando ogni riferimento alla sua identità di genere. L’attrice Chanel Stewart, che doveva prestare la voce al personaggio, ha espresso il suo dispiacere per questa scelta.

La serie “Win or Lose” e il personaggio transgender

“Win or Lose” è la nuova serie animata della Disney che avrebbe dovuto affrontare temi rilevanti per il pubblico giovane. Tra i personaggi, uno di quelli più attesi era proprio una ragazza trasgender. La casa di produzione ha però cambiato rotta, rimuovendo dalla sceneggiatura i dialoghi che avrebbero messo in luce l’identità di genere del personaggio. Questa decisione ha suscitato l’indignazione di molti, non solo tra i sostenitori dei diritti LGBTQ+, ma anche tra i genitori e i giovani trasgender che vedono in queste rappresentazioni un’importante opportunità di visibilità e accettazione.

La modifica ha portato Disney a rimuovere un’importante conversazione su temi di identità e accettazione, ora sostituita con una rappresentazione più convenzionale. I fan della serie sono stati informati che la ragazza trasgender sarebbe divenuta una mera ragazza cisgender, privando così il progetto di una narrativa significativa. Questo ha portato a domande su quanti altri personaggi potrebbero subire cambiamenti simili senza alcuna giustificazione chiara, oltre alla mera volontà di adattarsi a un pubblico più conservatore.

L’intervento dell’attrice Chanel Stewart

Chanel Stewart, la giovane attrice presumibilmente designata per il ruolo, ha reso noto il suo profondo rammarico attraverso delle dichiarazioni rilasciate a siti di settore come Deadline. “Quando ho ricevuto la sceneggiatura, ero emozionata di condividere il mio percorso e di dare forza ad altri giovani trans. Sapevo che questa sarebbe stata una conversazione molto importante,” ha dichiarato l’attrice, sottolineando il suo desiderio di contribuire a una rappresentazione autentica delle esperienze trasgender.

Stewart ha continuato spiegando che la Disney le aveva promesso che il suo personaggio sarebbe rimasto nella serie, ma come “una ragazza cis eterosessuale”. Questa trasformazione non solo priva il personaggio della sua identità, ma rappresenta anche una battuta d’arresto per la comunità LGBTQ+, secondo quanto riportato da vari attivisti. La madre di Stewart ha messo in evidenza che, mentre alcuni genitori potrebbero non sentirsi pronti ad affrontare tali argomenti, “il mondo reale è diversificato e ogni voce merita di essere riconosciuta e rappresentata.”

La posizione di Disney e le polemiche precedenti

Disney ha reagito alle critiche provenienti da diversi fronti affermando: “Quando si tratta di contenuti animati per un pubblico più giovane, riconosciamo che molti genitori preferirebbero discutere di determinati argomenti con i propri figli secondo i propri termini e tempi.” Questa dichiarazione ha sollevato interrogativi sulla vera missione della Disney: educare o adattarsi? La casa di produzione è stata criticata in passato per aver modificato elementi LGBTQ+ in varie opere, temendo potenziali censure in mercati esteri favorevoli a politiche più conservatrici.

Un esempio emblematico di questa tendenza si è avuto nel 2022, quando il film “Lightyear” ha suscitato polemiche per la presenza di un bacio tra due donne e “Strange World” non ha avuto il successo sperato pur presentando un personaggio principale dichiaratamente gay. La ripetizione di simili scelte modificate sembra segnalare una strategia di gestione delle tematiche LGBTQ+ che preoccupa certamente molti sostenitori dei diritti civili. La domanda resta: qual è il costo di queste decisioni e a chi si rivolgono veramente i prodotti Disney?

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