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Nuoro saluta don Salvatore Floris: un funerale toccante per un pilastro della comunità

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Nuoro saluta don Salvatore Floris: un funerale toccante per un pilastro della comunità - Nidi di Sardegna

La comunità di Nuoro ha reso omaggio a don Salvatore Floris, uno dei suoi pilastri religiosi, durante un solenne funerale che si è tenuto ieri pomeriggio nella Cattedrale di Santa Maria della Neve. L’assenza di fiori ha fatto risaltare l’essenzialità del momento, accentuata dalla presenza della Bibbia che ha accompagnato il sacerdote nel suo viaggio verso l’aldilà. Un momento di profonda commozione e riflessione che ha visto la partecipazione di numerosi cittadini, autorità e parroci della Diocesi, riunitisi per ricordare un uomo che ha dedicato la sua vita al servizio della Chiesa e della comunità.

La cerimonia e la presenza della comunità

La cerimonia funebre ha avuto luogo nel pomeriggio di ieri, con la Cattedrale di Nuoro che si è riempita di fedeli e discepoli. La sobrietà del rito ha colpito i presenti: non c’era alcun fiore, né sull’altare né sulla bara di don Floris, a simboleggiare la sua straordinaria umiltà e il profondo rispetto che ha sempre suscitato tra coloro che lo conoscevano. L’atmosfera silenziosa è stata rotta solo dal suono delle preghiere e dai canti liturgici, mentre la cittadinanza, visibilmente commossa, ha fatto sentire il proprio affetto con applausi di gratitudine e riconoscimento.

Lungo il percorso verso l’altare, la bara di don Floris era accompagnata dal gonfalone della città di Nuoro, un chiaro segnale dell’affetto che la comunità nutre nei confronti di un sacerdote amato e rispettato. Le autorità presenti hanno voluto sottolineare l’importanza del suo operato, testimoniando l’impatto positivo e duraturo che ha avuto sulla vita spirituale della città.

Le parole di mons. Antonello Mura

Monsignor Antonello Mura, durante la sua omelia, ha espresso il cordoglio a nome dei vescovi Pietro Meloni, Mosè Marcia e Sebastiano Sanguinetti, sottolineando l’importanza del contributo di don Floris alla Chiesa e alla comunità di Nuoro. Ha descritto il sacerdote come un “dono”, evidenziando la sua disponibilità verso gli altri e la profonda fede che lo caratterizzava. Le sue parole sono state un tributo alla passione e alla dedizione di don Floris, evidenziando come il sacerdote avesse sempre visto in ogni persona l’immagine di Dio.

Monsignor Mura ha anche messo in luce il carattere accogliente di don Floris, sottolineando che la sua visione della fede si fondava sull’amore e sul rispetto, piuttosto che sulla polemica. Il suo approccio aperto e la capacità di creare gioia e serenità attorno a sé hanno aiutato molte persone a trovare conforto e sostegno nel loro cammino spirituale. L’allegria che egli emanava non è passata inosservata, trasformando i momenti di comunità in vere e proprie celebrazioni di vita e di fede.

Un sacerdote che ha segnato un’epoca

Don Salvatore Floris è stato una figura emblematica per la comunità nuorese. Il suo operato non si limitava alla mera amministrazione dei sacramenti; il sacerdote ha infatti lavorato incessantemente per promuovere la giustizia sociale, l’unità e la coesione nella sua parrocchia e oltre. La sua dedizione alla causa religiosa era accompagnata da un impegno sociale altrettanto intenso, contribuendo a migliorare le condizioni di vita dei più bisognosi e dei marginalizzati.

L’eredità di don Floris continua oggi a vivere nei cuori e nelle azioni di coloro che lo hanno conosciuto. La sua presenza costante, il suo ascolto empatico e la sua volontà di servire i più vulnerabili hanno ispirato generazioni di fedeli e rappresentano un modello da seguire per le future generazioni di sacerdoti e laici. Anche dopo la sua scomparsa, la comunità continua a mantenere vivo il suo esempio, trasformando il dolore della perdita in un tributo alla vita di un uomo che ha profondamente segnato il tessuto sociale e spirituale di Nuoro.

Il saluto a don Salvatore Floris ha quindi rappresentato non solo un momento di dolore per la comunità, ma anche un’opportunità per riflettere sull’importanza del servizio verso gli altri, sull’amore per la fede e sull’importanza di costruire relazioni autentiche basate sul rispetto e sull’accoglienza. Un addio che rimarrà impresso nella memoria collettiva di una città che oggi si unisce per celebrare la vita e l’opera di un grande uomo.

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