L’aggiornamento sul Genoa e sulla recente assemblea degli azionisti ha suscitato notevole interesse tra i tifosi e gli investitori. Andrea D’Angelo, un avvocato e storico azionista della squadra, ha sollevato preoccupazioni riguardo all’aumento di capitale attraverso un’intervista rilasciata a Il Secolo XIX. Le sue dichiarazioni offrono uno sguardo approfondito sull’attuale situazione della società calcistica e sulle motivazioni che lo hanno portato a votare contro la ricapitalizzazione.
Richieste di chiarimenti prima del voto
Durante l’assemblea del 14 dicembre, D’Angelo ha espresso la necessità di ricevere maggiori informazioni su alcuni aspetti cruciali riguardanti l’aumento di capitale. Sottolinea: “Ritenevo giusto chiedere chiarimenti su alcuni punti, avendo anche la competenza per farlo.” Tra le sue domande, la più significativa riguarda l’esclusione del diritto d’opzione per l’aumento di capitale, un argomento delicato che potrebbe generare incertezze tra gli azionisti. “Non voglio che si tratti di un’operazione al buio,” ha affermato D’Angelo, evidenziando il bisogno di trasparenza nelle decisioni prese dalla dirigenza.
In merito alla revoca dei consiglieri di 777, ha chiesto delucidazioni sul perché fosse stata richiesta una mossa così incisiva. La risposta ricevuta ha menzionato una “riorganizzazione” della dirigenza, ma non ha soddisfatto pienamente le sue aspettative di chiarezza. Queste richieste di chiarimento non mirano solo a migliorare l’informazione ma servono anche a garantire che gli interessi di tutti gli azionisti siano preservati durante le delicate operazioni economiche.
La situazione debitoria e le aspettative future
D’Angelo ha parlato anche della situazione debitoria del club, accennando ai 38 milioni di euro richiesti dall’Agenzia delle Entrate. Questo dato, secondo l’avvocato, aiuta a comprendere le motivazioni alla base dell’aumento di capitale, ma non fa luce sul chi sarà a investire. La data del 15 gennaio è stata citata come un momento cruciale per ulteriori chiarimenti. È emerso che Zangrillo, un altro importante azionista, ha rassicurato che non ci sarà il fallimento del club se entro quella data l’operazione non si concretizzerà.
Queste affermazioni pongono interrogativi e aspettative sugli sviluppi futuri dell’agenzia commerciale. D’Angelo punta a un chiarimento definitivo che possa rassicurare non solo i fan, ma anche gli azionisti in merito alla stabilità economica del Genoa. Il clima in assemblea è stato descritto come intenso e coinvolgente, con D’Angelo che ha notato la presenza di molte persone con cui aveva già interagito decenni fa, segno di un legame profondo con la storia del club.
Considerazioni sul bilancio e il clima in assemblea
Riguardo al bilancio chiuso al 30 giugno, D’Angelo ha mostrato un atteggiamento cauto. “Devo dire che sembra buono,” ha dichiarato, pur sottolineando che alcune previsioni a lungo termine sembrano eccessive. La partita del bilancio è fondamentale per capire l’andamento delle finanze del club e le scelte future in termini di investimento e programmazione.
Nel motivare la sua presenza all’assemblea, ha rivelato di aver partecipato in passato da vicepresidente e della Fondazione Genoa, indicando una lunga storia di coinvolgimento e passione per il club. “Sono andato per capire di più,” ha ammesso, auspicando una maggiore convergenza sulle richieste di trasparenza da parte della dirigenza. Nonostante il tempo che è passato, D’Angelo ha evidenziato la sua voglia di coinvolgersi attivamente, mantenendo uno spirito vivace e interessato alle sorti della squadra.