Il settore vinicolo avvia un’iniziativa di solidarietà che mira a creare un’attività vitivinicola a Dodoma, capitale della Tanzania. Promossa da Assoenologi, l’iniziativa si concretizza attraverso una raccolta fondi sostenuta da un’asta benefica, con l’obiettivo di fornire opportunità di lavoro e rendere autonomi i viticoltori locali. Grazie al supporto delle aziende vinicole sarde, si creeranno le basi per un progetto che non solo promuove la viticoltura, ma genererà anche reddito per i giovani del paese africano.
Un’asta benefica per il futuro del vino in Tanzania
La realizzazione del progetto “Una cantina per la Tanzania” si svolgerà il 19 dicembre presso il Chiostro del Carmine di Oristano, a partire dalle 16. La serata vedrà la partecipazione di Mariano Murru, presidente di Assoenologi Sardegna, che presenterà l’iniziativa, e del sommelier Angelo Concas, che guiderà l’asta. Durante l’evento, aziende vinicole sarde metteranno a disposizione bottiglie in formato Magnum, riserve e spumanti, contribuendo a una causa che punta a fare la differenza nella vita di molti.
L’asta rappresenta non solo un’opportunità per raccogliere fondi, ma anche un modo per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della viticoltura in Tanzania. Grazie a questo progetto, verranno abbattuti i costi di importazione dei vini europei, creando così un mercato locale per il vino tanzaniano. L’iniziativa si rivolge a giovani imprenditori locali, ai quali verranno offerte opportunità di formazione e sviluppo professionale nel settore vitivinicolo.
La visione di un sacerdote tanzaniano
L’idea alla base di “Una cantina per la Tanzania” è emersa dal desiderio di un giovane sacerdote, Padre Kessy, che ha sognato di avviare un’attività vitivinicola nel suo paese d’origine. Per realizzare questo sogno, il religioso si è trasferito in Italia per un anno di formazione presso la Scuola Enologica di Alba, dove ha acquisito competenze pratiche e teoriche per gestire una cantina.
Padre Kessy ha potuto osservare direttamente il potenziale della viticoltura tanzaniana, in particolar modo nella regione di Dodoma, dove missionari italiani avevano già avviato la coltivazione della vite negli anni ’30. Oggi, ci sono oltre 300 piccoli produttori che si trovano in difficoltà a causa dei prezzi bassi a cui sono costretti a vendere le proprie uve. L’iniziativa mira quindi a supportare questi viticoltori, offrendo loro un’opportunità di sviluppo economico.
Convegno e degustazioni: un programma ricco di eventi
Il 19 dicembre non sarà solo il giorno dell’asta, ma anche un momento di approfondimento e scambio di conoscenze. Dalle 10 del mattino si terrà un convegno dal titolo “Liquori, distillati e vini: quali combinazioni possibili?”, rivolto a enologi, enotecnici e studenti. Il programma comprende interventi di esperti del settore, tra cui il presidente nazionale di Assoenologi Riccardo Cotarella, il coordinatore del corso di laurea Costantino Fadda e alcuni dei migliori professionisti del campo, come Andrea Balleri, già premiato come miglior barman al mondo.
Questo convegno rappresenta un’importante opportunità per esplorare le potenzialità delle combinazioni tra distillati e vini, favorendo momenti di networking tra i partecipanti. Il progetto “Una cantina per la Tanzania” si colloca quindi all’interno di una visione più ampia di sviluppo e valorizzazione del mondo vitivinicolo, creando connessioni tra Italia e Tanzania grazie alla collaborazione con il Consorzio Uno e l’Università di Sassari.
Con questa iniziativa, il mondo del vino non si limita a produrre e vendere, ma si impegna attivamente a migliorare le condizioni di vita di molti, dimostrando che la solidarietà e la comunità possono creare vera innovazione nel settore.