In un’epoca di trasformazioni rapide, la tensione tra ciò che era e ciò che può essere si fa sempre più evidente nel tessuto culturale giapponese. “Tofu in Japan. La ricetta segreta del signor Takano”, firmato da Mihara Mitsuhiro, offre una narrazione che esplora questa dualità. Il film, che ha già ricevuto il premio del pubblico al Far East Film Festival, è in arrivo nelle sale il 19 dicembre per conto di Academy Two.
Il racconto di una quotidianità semplice
Al centro della storia troviamo il protagonista Takano, interpretato da Tatsuya Fuji, che porta avanti una piccola bottega di tofu nella cittadina di Onomichi, nella prefettura di Hiroshima. Qui, insieme all’unica figlia Haru , ogni mattina si impegna a riprodurre un’antica ricetta di famiglia. È un rituale che unisce precisione e dedizione, perfettamente incastonata nelle routine quotidiane che scandiscono il passare del tempo e delle stagioni. Il film si apre con il richiamo all’importanza di apprezzare i momenti di vita, sottolineato dalla frase motivazionale del signor Takano, che esterna la necessità di guardarsi indietro e riconoscere le proprie esperienze.
In questo microcosmo di relazioni e lavoro artigianale, il tofu diventa il simbolo di una produzione che si oppone al dominio della globalizzazione. Takano rinuncia a vendere il suo prodotto all’estero, poiché mantenere il controllo sulla qualità del suo tofu è fondamentale per lui. Questa scelta parla di una connessione profonda con la tradizione e le radici familiari, interpretate anche attraverso i piccoli gesti di Haru, che vive con il padre dopo la separazione.
Il conflitto generazionale
La dinamica tra padre e figlia non si limita all’aspetto lavorativo, ma si estende anche alle questioni personali. Takano è consapevole della necessità di aiutare Haru a ricostruire la sua vita dopo la rottura matrimoniale. La ricerca di un nuovo compagno per lei diventa un’avventura condivisa con amici del quartiere, dimostrando come le relazioni si intrecciano in un tessuto sociale dove ognuno gioca un ruolo. Questa storia di affetti e tentativi falliti fa emergere l’umorismo e la commedia, ma si interseca anche con un tono più serio quando Takano combatte contro una realtà impietosa, alle prese con il vissuto del passato e le sue responsabilità nel presente.
Proprio mentre si dedica a queste preoccupazioni familiari, il protagonista incontra Fumie Nakano, una donna che deve affrontare un intervento chirurgico, e che diventa un punto di svolta nel suo percorso emotivo. Le vite dei personaggi si incrociano in un contesto che riflette non solo la ricerca di compagni per la vita, ma anche il desiderio di trovare un senso di appartenenza in un mondo in continuo cambiamento.
Riflessioni sulla cultura giapponese
La semplicità del tofu è il filo conduttore che Mihara Mitsuhiro utilizza per illustrare le complessità del Giappone contemporaneo. All’interno del racconto emerge un forte contrasto tra le ferite lasciate dal bombardamento atomico di Hiroshima e il movimento incessante verso un futuro sempre più assorbito dalle novità tecnologiche e dai cambiamenti sociali. La narrazione non si limita alla dimensione culinaria, ma funge da metafora per esplorare la resilienza delle tradizioni di fronte all’urgenza del cambiamento.
La leggerezza del racconto, che si alterna tra momenti di ilarità e profonde meditazioni sul senso della vita, permetterà agli spettatori di riconoscere questi temi universali. Attraverso la performance di Tatsuya Fuji, che riesce a catturare nelle sue interpretazioni la giusta dose di silenzio e introspezione, il film riesce a trasmettere un messaggio di riconciliazione tra generazioni; una sorta di inno alla gentilezza e alla connessione umana che assume le sembianze di una favola moderna.
“Tofu in Japan. La ricetta segreta del signor Takano” non solo celebra la bellezza del quotidiano, ma invita a riflettere su come le tradizioni possano convivere con le nuove esperienze in un Giappone che naviga le acque della tradizione e della contemporaneità.