La soprintendenza boccia il parco fotovoltaico di Portoscuso: ecco i motivi e le reazioni

Il progetto di un parco fotovoltaico da 110 MW a Portoscuso è stato bocciato dalla Soprintendenza per problematiche ambientali e paesaggistiche, suscitando preoccupazioni tra le istituzioni locali e i cittadini.
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Il progetto di un parco fotovoltaico da 110 megawatt proposto dalla Myt a Portoscuso, nell’area compresa tra Ecca de Chiccu Sedda, Masoni Ignaziu e Su Munzioni, ha ricevuto un parere tecnico avverso dalla Soprintendenza speciale per il Pnrr. Questo impianto, che avrebbe occupato una superficie di circa 200 ettari e avrebbe dovuto includere una struttura per la produzione di idrogeno verde, non potrà procedere a causa di rilevanti problematiche ambientali e paesaggistiche. La Soprintendenza, in particolare, ha evidenziato le criticità legate alla conformazione del terreno e al contesto archeologico dell’area, preoccupazioni che hanno portato all’archiviazione del progetto.

I motivi della bocciatura del progetto

Il parere del Soprintendente nazionale, Luigi La Rocca, evidenzia numerosi aspetti critici. In primo luogo, la conformazione del terreno, caratterizzata dalla presenza di affioramenti rocciosi, è considerata un elemento di vulnerabilità ambientale. Non solo, la vicinanza a siti archeologici di rilevante valore ha ulteriormente complicato la questione. L’operazione prevista comporterebbe la perforazione di migliaia di fori nelle rocce e la movimentazione di ingenti quantità di terra, con il rischio di frammentare habitat naturali, fattori che rappresenterebbero una seria minaccia per la biodiversità dell’area interessata.

Il Soprintendente ha messo in evidenza anche l’impatto visivo che la realizzazione del parco fotovoltaico avrebbe sul paesaggio circostante. La presenza di numerosi pannelli solari riflettenti potrebbe alterare in modo significativo l’aspetto naturale del luogo, provocando un impatto visivo eccessivo che comprometterebbe non solo l’estetica del territorio ma anche la fruibilità dei sentieri e delle aree adibite ad attività ricreative.

In aggiunta, l’analisi dell’impatto cumulativo dei vari impianti di energia rinnovabile previsti nella zona, tra cui parchi eolici e fotovoltaici, ha sollevato preoccupazioni sulla convergenza industriale che tali progetti comporterebbero in un’area storicamente dedicata all’agricoltura. La Soprintendenza ha segnalato che troppi progetti concentrati in un medesimo territorio potrebbero trasformare l’uso del suolo in senso industriale, a discapito della tradizione rurale.

Le reazioni del Comune di Portoscuso e la posizione dei cittadini

Il Comune di Portoscuso, tramite una delibera unanime del Consiglio, ha manifestato una chiara opposizione al progetto della Myt, puntando il dito sull’importanza di preservare le ultime aree libere presenti sul territorio. Secondo il sindaco Ignazio Atzori, l’idea di un’imposizione di un progetto “calato dall’alto” non è adeguata alle necessità della comunità locale.

Atzori ha enfatizzato che il parere negativo della Soprintendenza non implica automaticamente l’impossibilità di realizzare il parco, ma rappresenta una forte indicazione rispetto alle problematiche riscontrate. Anche il servizio Urbanistica e Tutela del Paesaggio della Regione aveva in precedenza espresso un parere sfavorevole, sottolineando l’importanza di utilizzare aree più appropriate per lo sviluppo delle energie rinnovabili.

Il sindaco ha ribadito che il Comune non è contrario per principio allo sviluppo delle energie rinnovabili, ma sostiene che questi progetti debbano essere localizzati in spazi adatti, senza compromettere il patrimonio storico e ambientale della zona. La posizione della comunità e delle istituzioni locali rappresenta una voce importante nel dibattito attuale, che bilancia la necessità di transizione energetica con la salvaguardia del territorio.

Le prospettive future per l’energia rinnovabile a Portoscuso

La bocciatura del parco fotovoltaico a Portoscuso solleva interrogativi sulla futura possibilità di attuare progetti di energia rinnovabile nel comune. A fronte delle sempre più stringenti normative ambientali e paesaggistiche, le aziende sono ora chiamate a riconsiderare i loro piani progettuali, ponendo maggiore attenzione all’integrazione nel contesto locale.

Le alternative vanno ricercate in aree che non compromettono la biodiversità e il patrimonio culturale, un aspetto che dovrà essere sempre più considerato nelle future progettazioni. La Soprintendenza e le istituzioni locali potrebbero collaborare per individuare zone più appropriate per l’installazione di impianti rinnovabili, valutando il potenziale fotovoltaico senza compromettere l’ambiente.

Di fronte alla crescente esigenza di ridurre l’impatto ambientale e dei cambiamenti climatici, si rende necessario un approccio che concili l’innovazione e la sostenibilità, assicurando che il futuro energetico del territorio non debba passare necessariamente attraverso la distruzione di ciò che rende uniche le comunità locali.

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