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Il campanaccio sardo: tra tradizione e artigianato a Tonara, un tesoro da scoprire

Il campanaccio sardo: tra tradizione e artigianato a Tonara, un tesoro da scoprire

Il campanaccio sardo, simbolo di identità culturale e tradizione artigianale, rappresenta un legame profondo tra pastori e greggi, con Tonara come fulcro della sua produzione storica e artistica.
Il campanaccio sardo: tra tradizione e artigianato a Tonara, un tesoro da scoprire - Nidi di Sardegna

Nel cuore della Sardegna, il campanaccio, o “sonaggio”, è molto più di un semplice strumento da utilizzare per i greggi. Questo manufatto rappresenta un simbolo di un patrimonio culturale e di un legame profondo tra il pastore e il proprio lavoro. Tonara, un paese della Barbagia, è rinomato per la produzione artigianale di questi oggetti, mantenendo vive tecniche tradizionali che si tramandano di generazione in generazione. In questo articolo, esploreremo l’importanza del campanaccio nella cultura sarda, la tradizione di Tonara e le specifiche tecniche di realizzazione di questi manufatti.

La figura simbolica del campanaccio sardo

In Sardegna, una regione fortemente caratterizzata dalla sua vocazione agropastorale, il campanaccio è un accessorio essenziale per gli allevatori. La sua funzione pratica, nonostante sia fondamentale, si intreccia strettamente con una valenza simbolica. Ogni campanaccio è il segno di un legame tra il pastore e ciascun animale, un elemento distintivo che aiuta a mantenere un rapporto stretto con il proprio gregge. Il campanaccio rappresenta non solo la tradizione, ma anche l’identità culturale di comunità che da secoli dipendono dalla pastorizia.

Nella cultura sarda, il suono del campanaccio ricorda al pastore dove si trova il suo bestiame e funge da guida, mentre svolge il suo lavoro nei pascoli. È una sorta di linguaggio sonoro che rafforza il rapporto tra uomo e animale. Non è dunque solo uno strumento, ma un simbolo della vita rurale che continua a vivere anche nei contesti moderni. Per molte famiglie sarde, il campanaccio è anche un oggetto di valore sentimentale, spesso passato come eredità, rappresentando il rispetto per il lavoro dei predecessori e l’importanza della tradizione.

La tradizione dei campanacci di Tonara

Tonara è la località sarda dove questa tradizione artigianale trova una delle sue massime espressioni. Da secoli, in questo paese, si tramandano le tecniche di lavorazione dei campanacci, rendendo la comunità un punto di riferimento per tutto il settore. Gli artigiani di Tonara, noti come “pittiolos”, sono i custodi di una conoscenza antica, affinata attraverso anni di pratica e impegno.

La produzione dei campanacci non è solo un lavoro, ma un’arte, in cui ogni fase del processo è curata nei minimi dettagli. Dalla scelta del materiale alla fase di battitura, tutto è eseguito seguendo metodi tradizionali che conferiscono ai manufatti un carattere unico. Ancora oggi, i pittiolos utilizzano strumenti e tecniche ereditati dai loro padri e nonni, mantenendo viva una tradizione che rappresenta un patrimonio culturale inestimabile.

Questo legame con la tradizione è particolarmente visibile durante le manifestazioni culturali locali, dove i campanacci assumono una posizione di grande importanza. Nel corso degli eventi, come il Carnevale sardo, i “sonaggios” non soltanto adornano i costumi tradizionali, ma evocano storie e leggende antiche, trasmettendo l’autenticità dell’identità isolana.

I sonaggiaos e pittiolos: arte e passione

Il processo di creazione del campanaccio è una vera e propria forma d’arte. I pittiolos di Tonara seguono un rigoroso protocollo di lavorazione che si attiene a ben 26 fasi diverse. Partendo dalla lavorazione dell’ottone fino al montaggio finale, ogni passo è effettuato con precisione e dedizione.

Il lavoro avviene prevalentemente in fucine artigianali, dove i maestri artigiani si dedicano alla creazione di questi manufatti. Il calore dei crogiuoli e il suono degli strumenti di lavorazione raccontano una storia di abilità e artigianato, segnata da un’attenzione scrupolosa per la qualità. Oltre a essere utilizzati per le pratiche agricole, i campanacci di Tonara stanno guadagnando prestigio anche come souvenir per turisti, che ricercano un pezzo autentico della cultura sarda da portare a casa.

Questa evoluzione del mercato ha fatto sì che la produzione si adatti alle esigenze contemporanee, pur mantenendo vive le tecniche tradizionali. Oggi, i campanacci di Tonara sono riconosciuti e apprezzati non solo in Sardegna, ma anche a livello nazionale e internazionale, contribuendo così alla promozione della cultura sarda.

Come vengono realizzati? La complessità del processo

La creazione dei “sonaggios” è un processo che richiede competenze specifiche e un’attenta pianificazione. Il materiale principale utilizzato è l’ottone, per la sua durabilità e il suo suono caratteristico. La lavorazione avviene attraverso un metodo che molti artigiani definiscono ancestrale, che prevede l’uso di crogiuoli nei quali il metallo viene fuso e modellato in forme desiderate.

Le fasi di realizzazione sono molteplici e intricate. La prima fase consiste nella preparazione del materiale, seguita dal processo di fusione. Durante la fusione, il metallo raggiunge temperature elevate e viene versato in stampi che danno forma al campanaccio. Dopo il raffreddamento, il manufatto passa a ulteriori fasi di finitura e lavorazione, dove artigiani esperti sabbiano e lucidano ogni pezzo.

Ciò che distingue i campanacci di Tonara dall’industria di massa è l’attenzione ai dettagli e la personalizzazione. Ogni pittiolos cerca di conferire a ciascun campanaccio un proprio “marchio di fabbrica”, non solo nel design, ma anche nel suono. Questa ricerca di perfezione sonora è ciò che rende i campanacci di Tonara unici e riconoscibili.

Il suono, l’anima del campanaccio

Il suono è uno degli aspetti più affascinanti del campanaccio. Non è solo un elemento pratico per il pastore che sorveglia il suo gregge, ma è l’essenza del manufatto stesso. I pittiolos di Tonara devono avere una competenza unica per “intrare in sonu”, ovvero per calibrare il suono perfetto di ciascun campanaccio.

Questa abilità, che si acquisisce solo attraverso anni di esperienza e pratica continua, implica una profonda conoscenza delle proprietà del metallo e della struttura del campanaccio. Ogni artigiano ha la sua preferenza per il tipo di suono da ottenere: chi preferisce toni più dolci, chi sceglie suoni più forti e decisi. Di conseguenza, i sonaggios di Tonara presentano una varietà di suoni che giocano un ruolo cruciale nella loro singolarità.

Nei festival folkloristici, il suono dei campanacci di Tonara si fonde armoniosamente con la musica tradizionale, creando un’atmosfera coinvolgente che celebra la cultura agropastorale della Sardegna. La bellezza e il significato di questi manufatti riemergono in ogni nota, avvolgendo il pubblico in un’esperienza culturale che trascende il semplice ascolto. La musica dei campanacci, così come la loro visuale, è una celebrazione di un’identità sicura, profonda e orgogliosa di essere sarda.

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