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Don Giovanni Cauli: Un secolo di vita al servizio di Calasetta

Don Giovanni Cauli: Un secolo di vita al servizio di Calasetta

Don Giovanni Cauli, storico parroco di Calasetta, festeggia il suo centenario dopo oltre sessant’anni di servizio alla comunità, dedicandosi al benessere locale e alla valorizzazione del territorio.
Don Giovanni Cauli: Un secolo di vita al servizio di Calasetta - Nidi di Sardegna

Don Giovanni Cauli, storico parroco di Calasetta, si appresta a festeggiare un traguardo straordinario: i cento anni di vita. La sua energia e l’impegno per la comunità locale lo rendono una figura iconica, ammirata non solo dai fedeli, ma da tutti i cittadini. Attraverso un’intensa carriera di oltre sessant’anni alla guida della parrocchia di San Maurizio, don Cauli si è dedicato anima e corpo a contribuire al benessere del suo amato paese.

L’incarico di parroco: un impegno incondizionato

Nel ricordo di una lunga carriera, don Giovanni Cauli racconta come abbia avuto l’opportunità di guidare la comunità parrocchiale di Calasetta, un incarico prolungato per ben sessant’anni. Su invito del vescovo Giovanni Paolo Zedda, don Cauli ha continuato a servire la comunità fino a tre anni fa, quando ha deciso di ritirarsi. “Mi disse di andare avanti fino a che le forze me lo avessero permesso,” ricorda con una gioia semplice che riflette la sua dedizione. Il 10 ottobre, giorno del suo centenario, don Cauli sottolinea che non si tratta di una festa, ma di un momento di profonda meditazione e gratitudine.

Sin dal suo arrivo a Calasetta, ha cercato di migliorare la vita dei suoi concittadini in vari ambiti, non solo strettamente religiosi. La scuola materna è uno degli esempi più significativi della sua azione: “Non c’era e l’ho fatta costruire io. Ora è una delle più belle della Sardegna,” dichiarando il suo orgoglio per quanto realizzato. La sua visione si è tradotta in interventi di riqualificazione del territorio capaci di attrarre anche il turismo, un aspetto cruciale per la comunità. Per don Cauli, Calasetta è un tesoro da preservare e valorizzare.

Negli anni, ha affrontato anche le sfide legate alla crisi economica che attanaglia il paese da oltre dieci anni, con il desiderio di vedere la sua comunità rialzarsi. “Credo che i calasettani abbiano la capacità di risollevare le sorti del paese, ma serve grande impegno,” afferma con convinzione. Ha annotato ogni gesto caritatevole, ogni aiuto fornito, rimanendo sempre vicino alle famiglie in difficoltà. Tuttavia, lamenta una certa tendenza al pettegolezzo, un fenomeno umano che sembra intristire a volte l’armonia del vivere comunitario.

L’origine e la chiamata: un legame profondo con Calasetta

L’orrendo legame di don Giovanni con Calasetta si estende oltre l’incarico parrocchiale. Il suo amore per questo posto affonda le radici nella sua infanzia, quando, accompagnato dal padre Efisio, si recava in barca a pescare. Ogni viaggio, ogni serata trascorsa in mare hanno alimentato un legame indissolubile con il luogo che oggi rappresenta la sua casa. “Mio padre mi portava a pescare e io mi sono innamorato di questo posto. Mi sento calasettano a tutti gli effetti,” racconta, evocando un’affettuosa nostalgia.

La decisione di diventare sacerdote arrivò in modo inaspettato, a soli dodici anni, per volontà di sua madre, Giovanna Usai. Questo compito, in un primo momento sentito come un dovere, si è poi trasformato in una vera e propria chiamata. La sua ordinazione avvenne il 30 luglio 1950 a Sant’Antioco, dove rimase a servire in qualità di aiuto parroco. La sua carriera si è poi spostata a Narcao, dove, dopo un periodo di apprendistato, è diventato parroco a tutti gli effetti. Ricorda con humor come, per attirare gli uomini del paese, si trovasse a svuotare i bar per riempire la chiesa con le sue conferenze.

Don Cauli ha assistito a momenti di grande tristezza e difficoltà nella sua comunità. A tal proposito ricorda una storia inquietante di violenza legata a un esattore ucciso e derubato. Nonostante le sfide, la sua attitudine è sempre stata quella di guardare al futuro con determinazione. Sente la necessità di ammonire la società di oggi: “Ci sono troppe persone che chiedono rispetto senza mostrarlo,” una riflessione amara, ma necessaria per incentivare un cambiamento autentico.

In preparazione per il suo centesimo compleanno, il suo messaggio ai fedeli è chiaro: “Vi voglio bene e prego per tutti.” La celebrazione sarà un momento di celebrazione della vita, un’occasione per ringraziare e riflettere sulla comunità che ha sempre cercato di servire con amore e dedizione.

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