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Dramma familiare a Milano: camionista spara al figlio della compagna dopo una violenta lite

Dramma familiare a Milano: camionista spara al figlio della compagna dopo una violenta lite

Un camionista albanese è stato arrestato a Novate Milanese dopo aver sparato al figlio della compagna, un 18enne gravemente ferito, in un contesto di tensioni familiari.
Dramma familiare a Milano: camionista spara al figlio della compagna dopo una violenta lite - Nidi di Sardegna

Una tragica serata a Novate Milanese ha scosso la comunità locale: un camionista di origine albanese è stato arrestato dopo aver sparato al figlio della sua compagna, un giovane di 18 anni, risultato gravemente ferito. Questo episodio di violenza è avvenuto in un contesto familiare difficile, che ha visto nei mesi passati strascichi di conflitti e tensioni. La vicenda, che ha portato alla mobilitazione dei soccorsi e delle forze dell’ordine, trae origine da un litigio scoppiato nella notte di sabato, che ha avuto conseguenze drammatiche e ha sollevato interrogativi sulla sicurezza abitativa nel contesto di famiglie allargate.

La lite che ha scatenato la violenza

L’episodio si è sviluppato in un appartamento di via XXV Aprile, a Novate, attorno alle 3:30. La famiglia coinvolta vive in un ambiente precario: il camionista, la sua compagna e i due figli di lei, uno dei quali di 15 anni e l’altro, la vittima, di 18. Le tensioni erano palpabili, con i ragazzi che avrebbero avuto un rapporto difficile con il loro patrigno, accusato di aggressioni verbali e insulti. In queste ore di crisi, la situazione è degenerata quando è scoppiata una lite tra il 45enne e la sua compagna. Durante lo scontro, il patrigno ha sferrato uno schiaffo alla donna, spingendo il 15enne a intervenire in sua difesa. Dopo un tentativo fallito di placare la situazione, il giovane ha contattato il fratello maggiore, il quale ha fatto ritorno a casa insieme a un gruppo di amici.

Il piano del 18enne e dei suoi amici era quello di affrontare il patrigno. Nonostante quell’atto di coraggio, la situazione è rapidamente degenerata. Entrati nell’appartamento, i ragazzi hanno avviato un confronto fisico con il camionista. La situazione si è velocemente fatta caotica, ma il patrigno ha avuto accesso a un’arma che custodiva illegalmente: una pistola rubata nel 2013 e 40 proiettili. Dopo aver inseguito i giovani per le scale, ha puntato l’arma contro il 18enne e ha fatto fuoco, causando gravi ferite alla gola del ragazzo.

Il trasporto d’urgenza e l’intervento delle forze dell’ordine

Dopo il tragico gesto, il 18enne è stato prontamente soccorso e trasportato in codice rosso all’ospedale Niguarda di Milano, dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico d’urgenza. Fortunatamente, pur avendo subito un grave infortunio, le sue condizioni sono migliorate ed è stato dichiarato fuori pericolo. Nel frattempo, il patrigno è stato arrestato dai Carabinieri di Rho con l’accusa di tentato omicidio, porto e detenzione di arma da fuoco illegalmente, nonché ricettazione.

In seguito al suo arresto, il camionista è stato interrogato dal pubblico ministero Paolo Storari. Durante il colloquio, ha riconosciuto di aver agito in modo inaccettabile, ma ha contestualmente sollevato dubbi sul comportamento dei figli della compagna, sostenendo di essere stato spesso bersaglio di aggressioni e insulti da parte loro. Nonostante queste affermazioni, il magistrato ha constatato che l’uomo non aveva precedenti per maltrattamenti in famiglia.

Le testimonianze e l’indagine in corso

A completare il quadro della vicenda, vi sono anche le testimonianze di chi si trovava nei paraggi, sia dalla parte dei giovani che della compagna del camionista. Gli amici della vittima, presenti al momento dello scontro, hanno raccontato alla polizia quanto accaduto, confermando l’escalation di violenza riscontrata. Accertamenti sono stati avviati anche sulla compagna dell’arrestato, i cui racconti serviranno a fornire un contesto più ampio sugli eventi conflittuali che hanno caratterizzato la vita di questa famiglia.

Il pubblico ministero Storari ha intenzione di presentare una richiesta di convalida dell’arresto al giudice per le indagini preliminari. In parallelo, le autorità continuano a indagare per capire meglio le dinamiche che hanno portato a questo tragico epilogo, mettendo in luce i problemi che spesso si nascondono in contesti familiari complessi come quello di Novate.

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