San Francesco e il cambiamento climatico: un convegno affronta la siccità in Sardegna

Il convegno sulla siccità in Sardegna ha esplorato l’impatto dei cambiamenti climatici, sottolineando la necessità di una gestione sostenibile dell’acqua e un approccio integrato tra spiritualità e ambiente.
San Francesco e il cambiamento climatico: un convegno affronta la siccità in Sardegna - Nidi di Sardegna

In una giornata che celebra San Francesco, patrono dell’ecologia e simbolo dell’amore per la natura, la Facoltà Teologica della Sardegna ha ospitato il convegno intitolato “La siccità in Sardegna tra cambiamenti climatici, abusi, inadeguatezze”. L’incontro è stato un’importante occasione per esaminare gli effetti dei cambiamenti climatici sull’Isola, un’area che sta diventando sempre più centrale per la ricerca sugli impatti della crisi climatica a livello mediterraneo.

Un legame tra spiritualità e ambiente

Il convegno è stato aperto dal preside don Mario Farci, il quale ha sottolineato un profondo legame tra l’acqua e la spiritualità. Ha affermato: «Siamo tutti assetati di Dio e, in egual misura, dell’acqua». Questa affermazione ha messo in evidenza la necessità di un cambiamento di prospettiva, richiamando l’importanza di un approccio che consideri tanto la dimensione spirituale quanto quella materiale nella gestione dell’acqua. Don Farci ha inoltre esortato a riconoscere che la crisi ecologica è interconnessa a una crisi spirituale, rilevando che gli esseri umani devono vedersi come custodi del creato piuttosto che come suoi dominatori.

Alessandro Duran, pastore della Chiesa Cristiana Avventista del 7° giorno, ha ulteriormente approfondito il concetto di custodia dell’ambiente, indicando che l’attuale comportamento umano è spesso in conflitto con il rispetto della natura. La sua partecipazione ha messo in luce l’importanza di una coscienza ecologica che affianchi le pratiche religiose e ne esprima i valori attraverso l’azione individuale e collettiva.

Sardegna, un “hot spot” del cambiamento climatico

La tavola rotonda del convegno, moderata dal giornalista Paolo Matta, ha visto diversi esperti discutere del cambiamento climatico in Sardegna. Andrea Motroni, rappresentante dell’Arpa Sardegna di Sassari, ha esaminato come la posizione geografica dell’Isola la renda un “hot spot” per i cambiamenti climatici. Secondo Motroni, dal 1950 la Sardegna ha subito un incremento della temperatura di circa un grado, mentre le precipitazioni sono diminuite del 5-10%. La criticità risiede nella distribuzione irregolare delle piogge, che ora si manifestano in eventi intensi e sporadici, causando sia alluvioni che fasi prolungate di siccità.

Le regioni sarde come Ogliastra e le Baronie sono fra le aree più vulnerabili, già esposte a eventi meteorologici sempre più estremi, con conseguenze dirette sulle risorse idriche. Michele Ravaglioli, Comandante dei Carabinieri Forestali della Sardegna, ha evidenziato l’impatto del cambiamento climatico sugli ecosistemi forestali e marini. Ha messo in guardia sui rischi legati alla salute delle piante, che, stressate da condizioni climatiche avverse, possono diventare facili prede di insetti e funghi patogeni. Rilevante è la necessità di monitoraggio costante delle aree vulnerabili per affrontare e prevenire danneggiamenti irreversibili.

Verso una gestione sostenibile dell’acqua

L’acqua è riconosciuta come una risorsa fondamentale per la vita, ma in Sardegna le recenti precipitazioni, pur offrendo un sollievo temporaneo, non sono sufficienti a risolvere la crisi idrica in corso. Efisio Perra, presidente del Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale, ha evidenziato l’importanza di una “nuova governance dell’acqua“. Ha proposto soluzioni innovative, come l’interconnessione dei bacini idrici, la creazione di nuovi invasi a basso impatto ambientale e una manutenzione straordinaria delle reti idriche. Perra ha anche sottolineato l’essenzialità di educare i cittadini a un uso sostenibile dell’acqua, in particolare nell’ambito agricolo, dove pratiche inefficienti stanno aggravando il problema.

Il tono di urgenza è stato ribadito da Luca Saba, direttore regionale di Coldiretti, il quale ha esortato a passare dalle parole ai fatti, denunciando l’assenza di politiche adeguate da parte delle istituzioni per fronteggiare i mutamenti climatici. Saba ha richiesto l’attuazione di strategie a lungo termine per affrontare le sfide del cambiamento climatico e l’apertura di un forum politico dedicato a questi temi, mirando a mobilitare risorse e consapevolezza a livello regionale e nazionale.

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