Nuova stazione di posta a Quartu: un rifugio per i bisognosi grazie ai fondi Pnrr

Quartu Sant’Elena avvia un progetto da oltre un milione di euro per trasformare un ex rudere in una stazione di posta, offrendo supporto e servizi ai senza fissa dimora.
Nuova stazione di posta a Quartu: un rifugio per i bisognosi grazie ai fondi Pnrr - Nidi di Sardegna

L’Amministrazione di Quartu Sant’Elena si sta preparando a realizzare un importante intervento sociale che intende rispondere alle crescenti esigenze di supporto per le persone senza fissa dimora. Attraverso un investimento significativo di oltre un milione di euro, la Giunta Milia ha approvato una delibera che segna l’avvio della creazione di una stazione di posta in via Cilea. Questo progetto ambizioso mira a trasformare un ex rudere in una struttura rifugio, fornendo servizi essenziali e supporto ai più vulnerabili della comunità.

Dettagli del progetto e finanziamenti

La delibera approvata prevede investimenti specifici utilizzando i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza , per un totale di 1.060.312 euro. Quest’importo è destinato a coprire tanto la ristrutturazione dell’immobile quanto la fornitura dei servizi necessari per assicurarne la piena funzionalità. La stazione di posta non sarà semplicemente un luogo di sosta, ma un vero e proprio centro sociale attrezzato, che includerà letti, bagni e cucine, per garantire un’accoglienza dignitosa ai senzatetto. I fondi saranno utilizzati non solo per la struttura, ma anche per la creazione di spazi comuni attrezzati con tutto il necessario per il supporto e la gestione dei visitatori.

Le Politiche Sociali giocheranno un ruolo centrale nella gestione della struttura, con personale dedicato e la presenza di medici e operatori sociali per fornire assistenza e cure a coloro che ne hanno bisogno. L’obiettivo principale è quello di migliorare le condizioni di vita degli utenti, sostituendo l’ingiustizia sociale con un’inclusione concreta. È previsto anche un supporto per l’acquisizione dell’identità digitale, fondamentale per accedere ai servizi pubblici, e una gestione efficiente della corrispondenza, affinché gli utenti possano inviare e ricevere comunicazioni ufficiali.

Collaborazione con il terzo settore

Il progetto non si limiterà ad essere gestito esclusivamente dalle istituzioni pubbliche; è parte integrante della strategia di attuazione il coinvolgimento delle realtà del terzo settore. Il dirigente delle Politiche Sociali ha il compito di individuare le migliori modalità di cooperazione tra i vari attori coinvolti nella gestione della stazione di posta. Le partnership con associazioni e organizzazioni già attive nel settore potranno amplificare le risorse disponibili e garantire un maggiore supporto alla comunità locale.

In questo contesto, sarà fondamentale completare i lavori di ristrutturazione e di arredamento in tempi brevi. Le tempistiche sono ottimistiche; se non ci saranno ritardi dovuti a imprevisti, il centro potrà avviare qualche servizio già entro un anno. La presenza di spazi comuni sarà, dunque, una risorsa strategica per sostenere il reinserimento delle persone in difficoltà e per promuovere attività sociali e aggregative che possano contrastare l’emarginazione.

Impatto sul territorio e prospettive future

La realizzazione della stazione di posta a Quartu rappresenta un passo importante nella lotta alla povertà locale e nell’assistenza ai senzatetto. Convertire un’area in degrado in un centro servizi rappresenta non solo un’opportunità di riqualificazione urbana, ma anche un segno di attenzione verso i più vulnerabili. La gestione consequenziale da parte delle Politiche Sociali e delle organizzazioni del terzo settore permetterà di fornire un supporto concreto, attraverso formazione e assistenza, favorendo il reinserimento sociale degli utenti.

Il progetto ha quindi un impatto significativo non solo a livello sociale ma anche economico, con una previsione di occupazione e formazione per operatori sociali, medici e personale di supporto. Inoltre, l’attenzione alle esigenze della comunità potrebbe generare ancora più attenzione e risorse da parte di enti pubblici e privati, promuovendo un modello di integrazione e supporto che possa essere replicato in altre zone della città e della regione. Questo nuovo approccio all’ospitalità dei più svantaggiati potrebbe, in prospettiva, fornire un modello di riferimento per altre realtà simili in Italia.

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