Gavino Mariotti, rettore dell’Università di Sassari, si trova al centro di un’inchiesta che ha suscitato grande interesse pubblico. Le accuse di associazione a delinquere di stampo mafioso e di associazione segreta, mosse dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Cagliari, riguardano un’indagine più ampia nota come inchiesta Monte Nuovo. Mariotti, però, tiene a ribadire la propria posizione, affermando con determinazione la volontà di rimanere in carica mentre si prepara a difendersi in aula.
Le accuse mosse dalla DDA
Secondo le indagini condotte dalla DDA e dal ROS dei Carabinieri, il rettore e altri 33 imputati avrebbero approfittato di una rete di intimidazione e di un clima di omertà per perpetrare una serie di reati che includerebbero peculato, abuso d’ufficio, corruzione di pubblici ufficiali, nonché detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Le indagini avrebbero rivelato che tali attività erano finalizzate a favorire la latitanza di affiliati a organizzazioni mafiose, nonché a garantire protezione a personaggi legati alle istituzioni pubbliche, imprenditori e professionisti.
L’inchiesta ha messo in luce un sistema complesso, dove la collusione tra figure di rilevanza pubblica e criminalità organizzata sembrerebbe, secondo i magistrati, aver creato un contesto favorevole alla commissione di reati di varia natura. Le accuse specifiche riguardanti Mariotti includono l’aver raccomandato un medico, Palmerio Alessandro Delitala, presuntamente privo dei requisiti necessari per il suo ruolo all’interno dell’AOU di Sassari.
La difesa di Mariotti
Di fronte a queste gravi accuse, Gavino Mariotti ha dichiarato la propria intenzione di non dimettersi, a meno che non venga ufficialmente richiesto dal Senato accademico dell’università, che finora gli ha espresso sostegno. Mariotti ha apertamente dichiarato di non aver mai ricevuto alcun interrogatorio né da parte delle forze dell’ordine né da parte del magistrato, sottolineando di voler adire alle vie legali per dimostrare la propria estraneità ai reati contestati.
“Nella mia posizione, non contesto il lavoro del magistrato; sono pronto a provare la mia totale innocenza,” ha detto Mariotti. “Desidero arrivare a un chiarimento definitivo su questa vicenda che ha impattato non solo sulla mia vita personale, ma anche sull’intera comunità accademica.” La volontà di difendersi e far luce sulla questione emerge chiaramente come una priorità per il rettore.
La prossima udienza
L’udienza preliminare è prevista per il 10 febbraio 2025, quando si svolgerà davanti al Giudice dell’Udienza Preliminare di Cagliari, Luca Melis. Quel giorno, Mariotti e i suoi legali avranno l’opportunità di presentare le loro argomentazioni e avviare il processo di chiarimento di una situazione che ha già minato la reputazione dell’università e del suo personale dirigente.
Che si tratti di una fase decisiva nel corso della sua carriera o un passo verso un riconoscimento della sua innocenza, gli sviluppi del caso continueranno a essere seguiti con grande attenzione da parte di media e opinione pubblica, attenti alle evoluzioni di una situazione che coinvolge figure di responsabilità in ambito educativo e pubblico.