Le recenti tensioni a Nuraminis hanno portato in primo piano il tema del possibile conflitto d’interessi che coinvolge il sindaco Stefano Anni e alcuni progetti di energie rinnovabili nel comune. Le accuse mosse dalla minoranza consiliare, rappresentata dal gruppo “Il Cambiamento Possibile“, hanno scatenato un acceso dibattito in Aula, sul quale si stanno concentrando le attenzioni di cittadini e media. Questo articolo analizza i dettagli di questa vicenda e le posizioni dei protagonisti coinvolti.
Le accuse della minoranza consiliare
Il gruppo consiliare “Il Cambiamento Possibile“, composto da ex sindaca Mariassunta Pisano e dai consiglieri Federica Pinna, Roberta Podda e Mario Frongia, ha accusato il sindaco Stefano Anni di avere un conflitto d’interessi in relazione ai progetti di impianti fotovoltaici. Le accuse si basano su un presunto guadagno di 281mila euro che Anni potrebbe incassare se i progetti venissero approvati. Questo importo deriverebbe dalla vendita di circa 8 ettari di terreno di proprietà del sindaco, rispetto a un progetto complessivo che ne prevede l’uso su oltre 30 ettari.
In una comunicazione inviata recentemente alla Regione Sardegna e all’ANCI, i consiglieri di minoranza non hanno risparmiato critiche, definendo la situazione come una grave mancanza di obiettività da parte di un rappresentante pubblico con un forte interesse economico in gioco. “Quale libertà può avere chi ha un interesse economico così rilevante?“, è stata la domanda provocatoria sollevata dai consiglieri, sottolineando l’evidente conflitto di interessi che vedrebbero coinvolto il sindaco Anni in questo processo decisionale.
Le argomentazioni in consiglio
Durante la seduta consiliare, il dibattito si è intensificato, favorendo l’esposizione di documenti che avrebbero dimostrato il coinvolgimento del sindaco nelle questioni. Roberta Podda ha condiviso un elenco esaustivo degli immobili posseduti da Anni e dalla sua famiglia, avvalendosi di visure ipocatastali che, a suo dire, avrebbero confermato la cessione di terreni a favore di aziende legate al fotovoltaico.
Podda ha evidenziato come il valore totale di tali operazioni potrebbe ammontare a 616mila euro, di cui parte sostanziale andrebbe al sindaco. Inoltre, i consiglieri di minoranza hanno espresso la loro preoccupazione per il fatto che il sindaco stesse già partecipando a riunioni fra ANCI e Regione riguardanti i progetti in discussione. “Auspichiamo che il sindaco si astenga in futuro da qualsiasi coinvolgimento nelle votazioni relative a queste aree,” ha dichiarato Podda, evidenziando il rischio di compromissione della trasparenza delle decisioni pubbliche.
La difesa del sindaco
Stefano Anni non ha tardato a rispondere alle accuse, definendo le affermazioni dei consiglieri dell’opposizione come “ridicole” e “gravi”. Sottolineando che le terre in questione appartenevano alla sua famiglia da lungo tempo, ha rivendicato come rimangano proprietà legittime e fuori dalla sfera delle decisioni politiche. “Non abbiamo terreni recentemente acquistati. Queste aree sono state cedute a un’azienda che gestisce impianti fotovoltaici, e ciò non implica automaticamente un conflitto di interessi,” ha ribadito il primo cittadino.
Anni ha anche chiarito che le eventuali indennità che la sua famiglia potrebbe ricevere in caso di approvazione dei progetti sono paragonabili a quelle che riceverebbero tutti gli altri proprietari coinvolti. Infine, il sindaco ha annunciato che, a seguito delle gravi accuse, intende intraprendere azioni legali a tutela della sua onorabilità e della sua famiglia, affermando di essere pronto a valutare le misure da adottare una volta che avrà a disposizione tutta la documentazione necessaria.
Il dibattito su questo tema non sembra destinato a fermarsi, con potenziali sviluppi che potrebbero influenzare non solo la carriera del sindaco Anni ma anche l’approvazione di progetti cruciali per il futuro energetico della comunità di Nuraminis.