L’ospedale Sirai di Carbonia sta vivendo una crisi senza precedenti a causa della chiusura del reparto di Traumatologia che perdura da otto mesi. Questa situazione limita fortemente l’accesso a cure specialistiche per i pazienti e crea un pesante stress sia per il personale medico che per coloro che necessitano di assistenza. Negli ultimi mesi, le segnalazioni di disagio aumentano, con pazienti costretti ad affrontare lunghe attese nel Pronto soccorso, lasciando temere che la situazione possa aggravarsi ulteriormente.
Un dramma senza fine
La chiusura del reparto di Traumatologia all’ospedale Sirai ha portato a conseguenze devastanti per i pazienti. Infatti, molti di loro vengono costretti a rimanere in attesa al Pronto soccorso per periodi che possono arrivare fino a 24 ore prima di ricevere una consulenza specialistica. I tre medici rimasti nel reparto sono completamente sopraffatti dalla situazione e, nonostante si impegnino al massimo, non riescono a garantire un’assistenza tempestiva. La mancanza di personale rende difficile persino il segnale di una minima ripartenza: si parcheggiano barelle lungo le corsie e la privacy dei pazienti è violata in momenti di necessità fisica.
Le cose si complicano ulteriormente quando si rende necessaria un’operazione chirurgica. In questi casi, i pazienti avvertono l’urgenza di supplicare un posto letto nelle strutture di Cagliari o dei dintorni. Tuttavia, con il sistema già saturato e i dinieghi diventati la norma, la situazione è ulteriormente compromessa. Spesso, i pazienti devono essere spostati in reparti diversi, come Chirurgia o Medicina, poiché il reparto di Ortopedia del Sirai non dispone di personale infermieristico sufficiente per gestire le esigenze dei ricoverati.
Un sistema al collasso
Il sistema sanitario presso l’ospedale Sirai di Carbonia sta vivendo momenti di crisi alternati a fasi di tregua. Tuttavia, la tendenza generale è quella di un progressivo degrado del servizio, con situazioni di criticità che sembrano aumentare. Sebbene ci fosse attesa per un incontro con i sindacati riguardo al futuro dell’Ortopedia del Sirai e del Centro Traumatologico Ortopedico , quest’appuntamento è sfumato. «Aspettavamo spiegazioni», ha dichiarato Gino Cadeddu, segretario della CGIL, sottolineando come l’assenza di informazioni concrete stia aggravando la già difficile posizione degli operatori e dei pazienti.
La mancanza di posti letto e di professionisti adeguati costringe i pazienti a restare in barella nei corridoi del Pronto soccorso, una soluzione totalmente inadatta alle esigenze sanitarie. Le poche operazioni non complesse che possono essere eseguite richiedono ricoveri brevi. La tempistica per i trasferimenti è spesso impattata dalla mobilità passiva che continua a crescere, penalizzando ulteriormente l’ospedale Sirai.
La voce dei soccorritori
A lungo andare, anche gli operatori del 118 stanno vivendo disagio e frustrazione. Pierpaolo Emmolo, coordinatore provinciale del Soccorso, racconta le difficoltà che il personale incontra quotidianamente. «Abbiamo dovuto ritirare barelle che, per molti aspetti, sembravano essere sotto sequestro – ha spiegato – perché il reparto non ha letti a disposizione e le condizioni generali sono tutt’altro che ottimali». Questo porta a situazioni inaccettabili, come pazienti costretti a stazionare sull’andito con lettighe progettate per degenze brevi anziché prolungate.
La tendenza dei trasferimenti ritardati e dei letti mantenuti occupati è un indicatore evidente di un servizio sanitario pubblico che fatica a mantenere gli standard richiesti. Ciò porta inevitabilmente a un allentamento della qualità dei servizi e ad un incremento delle lamentele da parte dei pazienti, costretti a subire lunghe attese in un sistema che non sembra in grado di fornire le cure necessarie in modo tempestivo.
La posizione della ASL
In risposta a questa situazione critica, la ASL 7, sotto la direzione di Giuliana Campus, ha sottolineato gli sforzi incessanti per trovare soluzioni che possano garantire il riavvio delle attività di Ortopedia. Secondo le dichiarazioni ufficiali, negli scorsi mesi sono stati effettuati solo un numero limitato di interventi per oltrepassare la soglia delle situazioni non complesse. Per i pazienti che presentano problemi più gravi, viene programmato un trasferimento in altre strutture entro 24 ore.
Per quanto riguarda il Pronto soccorso, la ASL ha garantito che ogni paziente ricevuto viene opportunamente visitato e curato, ma deve attendere il libero accesso ai posti letto.
L’attenzione generale rimane alta, ma i segnali di una possibile ripresa sono ancora velati da incertezze. La comunità di Carbonia si augura che vengano intraprese azioni decisive per alleviare una situazione che, da troppi mesi, continua a colpire l’efficienza del servizio sanitario locale.