Ad Arbatax, una località storicamente nota per la sua prolifica produzione di carta, si è innescata una controversia che suscita preoccupazione per il futuro economico della regione. Un’area industriale che un tempo prosperava, ora è diventata un deposito di pale eoliche dismesse, creando tensioni tra vari enti e aziende. Questo articolo esplorerà la complessa situazione, analizzando le origini del problema e le conseguenze per il territorio.
Un passato fiorente e un presente problematico
Negli scorsi decenni, la Cartiera di Arbatax ha rappresentato un pilastro dell’economia locale, contribuendo in modo significativo all’occupazione e allo sviluppo della comunità. Tuttavia, con il declino dell’industria cartaria, l’area industriale ha iniziato a mostrare segni di abbandono. Recentemente, nello spazio che un tempo ospitava la centrale termoelettrica della cartiera, sono state depositate pale eoliche provenienti da un parco eolico operante nella vicina Ulassai. Le pale, alte circa 39 metri, ora giacciono accatastate su un terreno di proprietà della New G, una società che ha acquisito l’immobile in un’operazione di compravendita avvenuta nel 2017.
La New G, che ha ceduto il terreno alla Air Ocean Cargo per attività di logistica, ha comunicato che si tratta di pale funzionanti, e non di semplici macerie abbandonate. Tuttavia, il posizionamento di queste strutture ha suscitato l’ira del Consorzio Industriale, che aveva emesso una diffida nei confronti delle operazioni svolte da Air Ocean Cargo. La situazione riflette un quadro di incertezze e conflitti riguardo all’uso e alla gestione delle aree industriali in una fase di transizione economica.
La diffida del Consorzio industriale
La questione si è intensificata il 6 giugno 2023, quando il Consorzio Industriale ha inoltrato una diffida formale alla Air Ocean Cargo e a un’agenzia marittima pugliese, Galli & Figlio. Nella comunicazione, l’ente evidenziava che le operazioni di movimentazione delle pale eoliche erano avvenute senza le necessarie autorizzazioni. Argomentando che l’operazione violava le normative vigenti sull’uso del territorio, il Consorzio ha anche posto l’accento sulla necessità di ripristinare un cartello stradale danneggiato da un automezzo coinvolto nelle operazioni.
La diffida rappresenta un tentativo di recuperare autorità e rispetto delle regole nel direttore della gestione dell’area industriale, ma le azioni del Consorzio sembrano emergere in un contesto di crescente confusione riguardo alle varie responsabilità e alle giurisdizioni in gioco. La solitudine dei pochi alberi rimasti in piedi nella zona industriale sembra riflettere l’assenza di un progetto realmente coerente per il rinnovo di questa area un tempo prospera.
Verso un futuro incerto
La situazione di Arbatax non sembra destinata a migliorare nel breve termine. A giugno 2023, il Consorzio industriale ha tentato di acquisire circa 35 ettari delle aree ex Cartiera, compresi quelli dove sono ora stoccate le pale eoliche. Tuttavia, tale tentativo ha sollevato questioni legali e normative che hanno portato i giudici del Tribunale Amministrativo Regionale a stabilire l’assenza della titolarità dell’ente sul terreno. I tentativi di esproprio e occupazione dei terreni sono stati considerati illegittimi, lasciando la situazione nell’incertezza.
Al di là delle dinamiche giuridiche e delle polemiche tra aziende e enti pubblici, il dato di fatto è che, dopo due decenni di attesa, l’ex area industriale di Arbatax non ha ancora un piano chiaro per il suo rilancio. L’assenza di investimenti, sia nel settore turistico sia in quello industriale, fa presagire un futuro grigio per una zona che meriterebbe un riscatto e una rinascita. Mentre le pale eoliche rimangono accatastate, il tempo scorre e la comunità attende una soluzione in grado di riportare vita e sviluppo a Arbatax.