Oltre cinquecento lavoratori che si sono rivolti all’INPS, in attesa della liquidazione del fine lavoro, si trovano ora in una situazione di grave incertezza. Da più di due mesi, queste persone non solo non ricevono i fondi a cui hanno diritto, ma non hanno neppure chiarezza riguardo ai tempi della loro attesa. I patronati, che assistono gli utenti nella gestione delle pratiche, esprimono preoccupazione e denuncia, sottolineando che la responsabilità di questa impasse non spetta a loro, ma all’istituto di previdenza che opera con risorse evidentemente insufficienti.
Ritardi nei pagamenti: cause e responsabili
Nel tentativo di comprendere la causa di questo allungamento dei tempi, un incontro con Pier Paolo Mele, direttore della sede provinciale dell’INPS, ha rivelato la cruda realtà: la carenza di personale. Attualmente, l’ufficio pensioni privati si trova a operare con soli due dipendenti. Questo ha portato a un significativo rallentamento nelle liquidazioni, con molte pratiche che risultano persino bloccate. Antonio Cubeddu, responsabile del patronato CGIL, ha evidenziato l’assurdità della situazione, mettendo in luce che i responsabili dell’INPS stanno tentando di trovare soluzioni provvisorie, ma senza alcuna certezza riguardo ai tempi di risoluzione. La crisi occupazionale e la carenza di personale si riflettono, dunque, in un servizio essenziale per migliaia di cittadini.
Le dimensioni del problema: numero e tipologie di pensioni in attesa
Il problema si fa ancora più serio quando si analizzano le cifre specifiche relative ai pagamenti in attesa. A sopportare gli effetti di questa situazione sono in particolare gli utenti con cognomi le cui iniziali variano dalla M alla Z, con un totale di 411 pensioni bloccate. Nello specifico, si tratta di diverse categorie di pensioni: 147 di vecchiaia, 70 pensioni miste, 52 di anzianità, 20 di inabilità e diverse altre ancora. Oltre a questo gruppo, ci sono anche pratiche in attesa di essere liquidate con iniziali dalla A alla M. Cubeddu ha sottolineato che, sebbene questo secondo gruppo stia procedendo, la mole di arretrati oggettiva mette in evidenza una situazione drammaticamente sbilanciata, portando il totale delle pensioni in attesa ben oltre le 500.
Conseguenze per i pensionati: un disagio inaccettabile
Le ramificazioni di questo blocco non colpiscono solamente un’entità burocratica, ma hanno effetti diretti e pesanti sulla vita di molti cittadini. I pensionati di vecchiaia e coloro che hanno ottenuto l’anticipo pensionistico attraverso l’Ape sono stati particolarmente danneggiati. Quest’ultimi, che hanno già deciso di usare l’anticipo per poter accedere a una vita di riposo, si trovano ora ad affrontare un’incertezza insostenibile. Cubeddu ha evidenziato quanto sia grave il disagio creato da attese di due o addirittura tre mesi per il ricevimento della pensione, che normalmente dovrebbe avvenire entro il mese successivo alla definizione della pratica. La realtà è che molti dei pensionati si presentano presso i patronati lamentando una mancanza di fondi necessari per soddisfare le loro esigenze quotidiane. In assenza di stipendio e di pensione, la gestione economica diventa un vero e proprio problema.
Con queste condizioni che si protraggono nel tempo, i patronati chiedono la massima urgenza nell’eliminazione di questi ritardi per ripristinare un servizio essenziale e garantire i diritti delle persone.