A Cagliari, gli studenti universitari hanno manifestato oggi pomeriggio per evidenziare i gravi problemi che affliggono il diritto allo studio. Circa centocinquanta ragazzi, molti dei quali privi di alloggio, si sono ritrovati in piazza del Carmine dando vita a un corteo simbolico con una bara, a testimonianza di una situazione che definiscono inaccettabile. La mancanza di strutture abitative adeguate e di servizi essenziali come le mense sta creando enormi difficoltà agli studenti cagliaritani in un periodo dell’anno accademico cruciale.
Una protesta simbolica e diretta
L’atmosfera del corteo era carica di emozione e determinazione. Sostenuti da uno striscione che recitava “Abbiamo fame di diritti, Ersu, boga cosa de pappai”, i partecipanti hanno espresso il loro malcontento per l’attuale stato delle cose. Bianca Pili, rappresentante del Comitato delle case dello studente, ha sottolineato l’urgenza della situazione, affermando che “i problemi con gli alloggi sono noti a tutti”. La protesta ha messo in luce la crescente frustrazione degli studenti, i quali si sentono trascurati dalla Regione e dalle istituzioni locali.
La bara portata in corteo simboleggiava non solo una morte metaforica del diritto allo studio, ma anche una catena di promesse non mantenute e di aspettative deluse. Gli studenti sono stanchi di subire le conseguenze di una pianificazione inadeguata e delle lentezze burocratiche, che hanno impedito loro di accedere a servizi fondamentali.
Un panorama allarmante degli alloggi
I numeri parlano chiaro e offrono un quadro preoccupante della situazione attuale. Rispetto ai 799 posti disponibili nel 2016/17, per l’anno accademico 2024/25 solo 238 posti alloggio saranno offerti dall’Ersu, l’ente regionale per il diritto allo studio. Di queste, ben 20 saranno riservate esclusivamente a studenti con disabilità certificata. Il drastico calo evidenzia non solo la carenza di soluzioni abitative, ma anche la sostanziale fragilità del sistema di supporto agli studenti.
In aggiunta, il numero delle domande pervenute all’Ersu supera le mille, mentre le idoneità dichiarate seguono una strada analoga. Le attuali politiche non sono in grado di garantire il diritto allo studio per tutti, lasciando molti giovani senza alternative e costretti a cercare affitti sul mercato privato, i quali continuano a lievitare e a diventare sempre più inaccessibili.
Critiche alla gestione regionale
La protesta ha avuto come tappa centrale non solo l’Ersu, ma anche la Regione Sardegna, oggetto di forti critiche da parte degli studenti. Frasi come “Fuga di cervelli e strade desolate è questo il futuro che vi meritate” hanno risuonato tra i partecipanti, evidenziando un disagio profondo nei confronti di una gestione considerata inadeguata e distante dalle reali necessità della gioventù locale.
Molti manifestanti hanno anche sottolineato come l’assenza di risposte da parte delle autorità regionali sia inaccettabile. Il disinteresse nei confronti delle problematiche studentesche, unito alla mancanza di un reale dialogo, crea un clima di crescente insoddisfazione tra gli universitari. L’assenza di un piano strategico per l’alloggio e il supporto agli studenti mette a rischio non solo il loro futuro, ma anche il potenziale di sviluppo della comunità nel suo complesso.
La manifestazione di oggi è stata una chiara richiesta di attenzione e risposta. Gli studenti chiedono, con fermezza, interventi concreti e non ulteriori promesse vuote. In attesa di un cambiamento significativo, la situazione degli universitari a Cagliari resta critica, con la speranza che la loro voce venga finalmente ascoltata dalle istituzioni.