Proteste negli aeroporti sardi: Riformatori chiedono maggiore continuità territoriale

I Riformatori manifestano in Sardegna per denunciare le criticità della continuità territoriale, chiedendo un adeguamento delle normative e una maggiore attenzione da parte dello Stato per il benessere dei cittadini.
Immagine generata con AI

Le recenti manifestazioni avvenute simultaneamente negli aeroporti di Cagliari, Olbia e Alghero testimoniano l’impegno dei Riformatori nel sollevare questioni importanti relative al sistema dei trasporti in Sardegna. Le proteste mirano a porre l’accento sulle criticità che affliggono la continuità territoriale, un aspetto cruciale per il benessere dei cittadini sardi e per il loro diritto alla mobilità.

Riformatori in azione: il messaggio di Umberto Ticca

Umberto Ticca, capogruppo dei Riformatori, ha espresso che la scelta di luoghi e tempi per le manifestazioni non è casuale. “Abbiamo scelto un periodo e luoghi simbolici per i viaggiatori sardi”, ha dichiarato, sottolineando l’importanza di affrontare queste problematiche in un contesto emblematico. Ticca ha spiegato che il miglioramento della situazione richiede un approccio sistematico volto a colmare il gap di sviluppo della Sardegna, in particolare con riferimento al rimodernamento delle norme di attuazione dello Statuto della regione.

Secondo Ticca, l’adeguamento delle normative che accompagnano lo Statuto è urgente. Fa notare che altre regioni, come il Trentino, hanno approvato un numero ben maggiore di leggi attuative, sottolineando la necessità da parte della Sardegna di progredire in questa direzione. Con le sue attuali 32 leggi attuative, molte delle quali obsolete, la Sardegna arranca rispetto alle altre realtà italiane. L’analisi di Ticca evidenzia il divario di sviluppo e il bisogno di azioni concrete e tempestive.

Critiche alla legge finanziaria del 2006

Un altro aspetto enfatizzato dai Riformatori riguarda la legge finanziaria nazionale del 2006, la quale ha previsto il trasferimento di funzioni e costi alla Sardegna per garantire la continuità territoriale. Tuttavia, come sottolineano i rappresentanti del partito, tale norma rimane parzialmente non attivata. Gli esponenti del movimento chiedono una ridefinizione delle modalità di finanziamento, evidenziando che le spese per la continuità territoriale non possono gravare interamente sui sardi.

Michele Cossa, altro rappresentante dei Riformatori, ha messo in evidenza che la Sardegna è parte integrante della comunità nazionale e non può avere il proprio accesso al resto d’Italia subordinato unicamente alle proprie forze economiche. Ritiene essenziale che il dibattito sull’assistenza statale si intensifichi, ricordando che la continuità territoriale è vitale per i sardi, rappresentando un “ponte sullo Stretto” verso il continente. Cossa ha richiamato l’attenzione sull’importanza della libera circolazione di persone e merci, un principio fondamentale dell’Unione Europea che, a suo avviso, deve essere garantito per tutti, inclusa la Sardegna.

Autonomia e prospettive future in discussione

Le preoccupazioni riguardo la continuità territoriale non si fermano qui. Alessandro Fiorentino, coordinatore provinciale di Gallura, ha avvertito che una passività da parte dei sardi nell’affrontare la questione dell’autonomia differenziata potrebbe portare a scenari sfavorevoli per la regione. È imperativo, secondo Fiorentino, che viene richiesta una maggiore attenzione da parte dello Stato su queste tematiche, sottolineando che il destino della Sardegna e delle sue future opportunità di sviluppo dipende da una battaglia attiva per l’autonomia e la connessione.

Allo stesso modo, Antonello Muroni, coordinatore provinciale di Alghero, ha ribadito l’idea che non sia solo l’autonomia a essere in pericolo, ma anche le opportunità di progresso e il benessere della popolazione sarda. Entrambi i rappresentanti fanno un appello alla necessità di affrontare la situazione con determinazione, poiché il futuro della Sardegna potrebbe richiedere scelte politiche decisive e tempestive per garantire una continuità territoriale adeguata.

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