La pubblicità online raggiunge nuovi traguardi nel 2022: Google secondo solo alla Rai

La pubblicità online cresce rapidamente, con Google al secondo posto nel mercato italiano, mentre la Rai mantiene la leadership. Il settore si trasforma verso modelli digitali e innovativi.
Immagine generata con AI

Negli ultimi anni, il panorama della pubblicità ha subito una trasformazione radicale, con un crescente predominio della pubblicità online su quella tradizionale. Un recente rapporto dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni evidenzia per la prima volta come Google si collochi tra i principali attori del mercato pubblicitario italiano, occupando la seconda posizione dopo la Rai. Questa analisi non solo illumina le attuali tendenze economiche, ma offre anche uno spaccato sull’evoluzione dei media nel nostro Paese.

I ricavi pubblicitari: la Rai davanti a Google

Nel 2022, il valore complessivo del Sistema Integrato delle Comunicazioni è stato stimato in 19,4 miliardi di euro, una cifra che rappresenta circa l’1% del prodotto interno lordo nazionale. In questa cornice, la Rai si conferma al vertice della classifica, realizzando il 13,1% dei ricavi totali del Sic. Google, rappresentato dall’azienda madre Alphabet, segue a ruota con un’incidenza dell’11,3%.

Dietro a queste due colossi si trovano altri gruppi significativi: Comscast/Sky e Fininvest, che si attestano rispettivamente al 9,9% e al 9,8%. Al quinto posto c’è Meta con il 7,6%, mentre Amazon si ferma al 3,7%. Altri attori come Cairo Communication, Netflix e Gedi Gruppo Editoriale completano la lista con percentuali inferiori. Il dato rivela un significativo cambio di direzione rispetto al 2021, quando il valore del Sic era stato calcolato in 18,9 miliardi di euro, evidenziando una crescita del mercato pubblicitario.

La crescita della pubblicità online nel dettaglio

Passando ad analizzare la composizione delle fonti di ricavo che costituiscono il Sic, emerge un panorama chiaro: la pubblicità online rappresenta la fetta più consistente, con 6,3 miliardi di euro e una quota del 32,6%. Questo dato è indicativo di un trend in continua ascesa, segnalando un incremento del 55% negli ultimi due anni. Al contrario, le entrate provenienti dai mezzi tradizionali si sono mantenute stabili, attestandosi a 4,98 miliardi, il 29,6% del Sic.

I fondi pubblici contribuiscono per il 12,2% al valore del Sic, mentre le vendite dirette di prodotti e servizi coprono il 29,4% delle entrate complessive. Da notare, in questo contesto, il significativo aumento degli introiti generati dalle offerte televisive a pagamento su internet, che sta crescendo mentre i ricavi degli abbonamenti alla pay-tv satellitare e le vendite di quotidiani cartacei sono in calo.

Questi dati non solo suggeriscono una transizione verso modelli pubblicitari più digitali, ma indicano anche l’importanza crescente delle piattaforme online nel generare ricavi per i media e le aziende.

Al di là della semplice analisi dei dati, il report dell’Agcom delinea chiaramente come il settore della pubblicità stia assistendo a una metamorfosi, dove i confini tra tradizione e innovazione si sfumano sempre di più. Saremmo in una fase di innovazione e cambiamento, con gli operatori del settore che dovranno adattarsi a questo nuovo scenario per rimanere competitivi.

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