La recente proposta di Paramount+ per il periodo natalizio, “Dear Santa”, nasce con l’obiettivo di ribaltare i tradizionali stereotipi dei film delle feste. Tuttavia, il risultato sembra più simile a un copione già visto, piuttosto che a una nuova interpretazione del genere. Ambientato in un’atmosfera festiva, il film unisce talenti comici noti ma, nonostante il potenziale, ha fallito nel presentare una storia coinvolgente.
La premessa di “Dear Santa”
Alcuni dei più noti nomi del panorama comico statunitense sono coinvolti nella creazione di “Dear Santa”. I fratelli Peter e Bobby Farrelly, conosciuti per aver diretto film cult come “Tutti pazzi per Mary” e “Scemo e più scemo”, collaborano nuovamente con l’attore Jack Black, già affermato nel panorama comico e amico di lunga data della famiglia Farrelly. Bobby Farrelly, per la seconda volta da solo alla regia, si è avvalso della scrittura di suo fratello e di Black, creando un adattamento che avrebbe dovuto sfruttare al meglio il potenziale narrativo.
Il film ruota attorno a Liam, un ragazzino dislessico con una vita familiare problematica e pochi amici. L’innocente passatempo di scrivere a Babbo Natale, un gesto compiuto per far felice sua madre, si trasforma in un evento bizzarro: a causa di un errore di ortografia nel nome, la lettera giunge a Satana. Questo colpo di scena, che avrebbe dovuto rappresentare l’elemento chiave della narrazione, in realtà si traduce in una serie di eventi che non riescono a incuriosire più di tanto lo spettatore.
Un racconto che perde il colpo
Liam, pur essendo al centro della storia, non riesce a reggere il film. Il suo personaggio, descritto come un giovane con un cuore puro, dovrebbe affrontare varie sfide ma rimane bloccato in un ciclo di eventi che non evolvono realmente. Incontrando Satana, impersonato da Jack Black, il ragazzo ha l’opportunità di esplorare lati di sé che non conosceva, ma le avventure risultano disconnesse e frammentate.
L’interazione tra il protagonista e il diavolo è carica di potenziale, ma la scrittura non si sviluppa in modo coerente. Invece di rappresentare un viaggio di crescita personale, ciò che emerge è una trama altalenante, con momenti di comicità che si affievoliscono in sequenze di dolcezza ingiustificata. La mancanza di un ritmo costante e di tensione narrativa rende difficoltoso l’approccio emotivo a una storia che avrebbe potuto essere molto più incisiva.
L’interpretazione del cast
Il cast di “Dear Santa” include vari nomi noti, ma le performance, per quanto ben intenzionate, non riescono a brillare come ci si aspetterebbe. Robert Timothy Smith, nei panni di Liam, mostra una dolcezza che però non basta a sostenere un intero film. L’appeal comico di Jack Black, sebbene forte, non è adeguatamente valorizzato, lasciando il pubblico in cerca di un’interpretazione più memorabile.
Anche gli altri membri del cast, tra cui Keegan-Michael Key e Brianne Howey, tentano di aggiungere umorismo al racconto, ma la sceneggiatura non favorisce un’esplorazione profonda dei loro personaggi. L’apparizione dell’artista Post Malone, presentata come un evento musicale, si rivela fuori luogo e poco convincente, contribuendo a un senso generale di superficialità.
Direzione e struttura narrativa
La regia di Bobby Farrelly non riesce a dare nuova vita a “Dear Santa”, creando una pellicola priva di originalità. I tentativi di giocare con i classici stereotipi dei film natalizi culminano in un’opera che, pur volendo apparire innovativa, sembra seguire pedissequamente un copione già noto. Le aspettative di un racconto alternativo rimangono insoddisfatte, e la lunghezza del film contribuisce all’apatia dello spettatore.
Il mix di elementi dolci e momenti di facile ironia, invece di amalgamarsi in un prodotto coeso, creano un contrasto forzato e confuso. Rimanendo delusi da un film che prometteva freschezza e originalità, ci si ritrova davanti a un prodotto che, pur avendo il potenziale per intrattenere, fallisce nel coinvolgere davvero. “Dear Santa” si dimostra quindi un’occasione perduta per portare sullo schermo una commedia delle festività che fosse veramente nuova e memorabile.