Nel cuore della notte, le operazioni per il soccorso di una speleologa appena trentaquattrenne a Bergamo hanno subito una rapida impennata. L’ultimo tratto del percorso di emergenza, atteso in modo più lungo del previsto, è stato completato grazie alle aree già disostruite nelle fasi preliminari e alla strategia dei sanitari che hanno deciso di limitare le soste. La brutta esperienza di Ottavia Piana, esperta del CAI di Lovere, ha suscitato l’attenzione della comunità locale, soprattutto considerato che lo stesso tratto, un anno prima, era stato affrontato in dodici ore di intenso lavoro.
Il grave incidente nella grotta “Abisso Bueno Fonteno”
In un drammatico pomeriggio, mentre esplorava un’area non ancora mappata della grotta “Abisso Bueno Fonteno”, Ottavia Piana ha subito un grave incidente. Durante il tentativo di indagare un tratto ignoto, ha perso l’equilibrio ed è caduta da un’altezza di oltre cinque metri. La caduta le ha provocato fratture multiple, tra cui ossa del viso e gambe. Era entrata nella grotta insieme ad altri nove membri del suo gruppo, ma solamente lei ha subito un infortunio così grave, con un quadro clinico che ha richiesto un’azione di soccorso immediata. L’allerta è scattata nel corso della serata di sabato, mentre l’incidente è avvenuto nel pomeriggio, intorno alle 16. La difficoltà nella comunicazione all’interno della grotta ha reso le operazioni ancor più complesse, costringendo i soccorritori a creare una linea telefonica via cavo per mantenere il contatto con il personale medico e operativo.
Le difficoltà e il coordinamento dei soccorsi
Il coordinamento dei soccorsi ha visto in azione il Nucleo speleo alpino fluviale dei vigili del fuoco, che hanno lavorato per bonificare l’area boschiva circostante la grotta. I soccorritori, riuniti in prefettura, hanno concordato sulla necessità di un monitoraggio costante e attento per garantire la massima sicurezza del personale impegnato. Il Prefetto di Bergamo, Luca Rotondi, ha sottolineato l’impegno profuso da tutte le componenti delle operazioni, affermando che “la protezione della vita umana resta la priorità principale in situazioni di questo tipo.” Sebbene non siano emerse ipotesi di reato, l’incidente ha portato a riflessioni sulle condizioni di sicurezza nelle esplorazioni speleologiche.
Un caso già noto: il precedente di Ottavia
Questo non è certo il primo episodio critico che ha coinvolto Ottavia Piana, che un anno e mezzo fa aveva già vissuto una simile esperienza all’interno dello stesso sistema carsico. In quell’occasione, rimase intrappolata in una grotta per ben 52 ore, un evento che aveva provocato notevole preoccupazione tra le squadre di soccorso e la comunità. L’incidente attuale riaccende quindi i riflettori sulle sfide e i rischi connessi alle esplorazioni speleologiche, a maggior ragione in un mondo sotterraneo che può nascondere insidie e difficoltà notevoli. Le capacità di Ottavia come speleologa sono state messe alla prova, ma la risposta organizzata dei soccorritori dimostra un forte impegno nel garantire sicurezza e soccorso in situazioni di emergenza.