Nel mare di incertezze legate al naufragio che ha colpito due cugini sassaresi nel 2023, sono in fase di svolgimento esami approfonditi sulla barca ritrovata. Questa imbarcazione, un semicabinato di sei metri, è stata scoperta a 35 metri di profondità da un motopesca al largo di Marritza. L’intervento della Guardia Costiera di Porto Torres, coadiuvata da una ditta specializzata, ha permesso il recupero dell’unità, ora sotto sequestro dell’Autorità Giudiziaria.
I dettagli del naufragio e la scoperta della barca
La tragedia ha avuto inizio il 12 aprile 2023, quando la barca è stata presumibilmente rubata dalla banchina Alti Fondali del porto turritano. A bordo si trovavano i due cugini, Giovannino Pinna, 35 anni, e Davide Calvia, 37 anni. Pinna è l’unico sopravvissuto della tragedia, mentre il corpo di Calvia è stato recuperato dieci giorni dopo il naufragio, al largo di Lu Bagnu, a Castelsardo. Sono passati 20 mesi dall’accaduto, ma la famiglia Calvia esprime ancora il desiderio di conoscere la verità su quanto accaduto.
L’imbarcazione recuperata assume un’importanza cruciale per le indagini. Custodita in un deposito della Capitaneria di Porto Torres, la barca potrebbe fornire elementi fondamentali per chiarezza su quello che è successo in quel tragico giorno. Gli esperti nominati dal magistrato, insieme a un perito di parte scelto dalla famiglia Calvia, sono ora a lavoro per determinare le cause del naufragio e chiarire i ruoli dei coinvolti.
Gli sviluppi giudiziari e le accuse contro Giovannino Pinna
Attualmente, Giovannino Pinna è indagato per naufragio e omicidio colposo, oltre all’accusa di furto della barca. La sua posizione rimane complessa, poiché il sopravvissuto alla tragedia si trova ora a fronteggiare l’onda mediatica e le pressioni legate a un caso così drammatico. Nonostante il passare dei mesi, la famiglia Calvia continua a chiedere giustizia e una verità definitiva su quanto accaduto, percorrendo tutti i passi legali e investigativi disponibili.
In questo contesto, il ritrovamento della barca potrebbe rappresentare una chiave di volta per la risoluzione del caso, gettando nuova luce sulla dinamica del naufragio. Le indagini proseguono, mentre le autorità e gli esperti tenteranno di ottenere risposte che potrebbero aiutare a comprendere meglio le circostanze e i motivi di un evento tanto luttuoso.
Un ricordo indelebile e la lotta per la giustizia
Il 12 aprile di quest’anno segna anche un’altra data significativa per la famiglia Calvia. Oggi sarebbe stato il compleanno di Davide. La sorella Nadia e tanti amici lo ricordano con affetto e nostalgia, ponendo l’accento su come manchi la possibilità di festeggiare insieme. «Sono due anni che non posso prendere il cellulare e chiamarti per farti gli auguri personalmente», afferma la sorella, rivelando il profondo vuoto lasciato dalla tragedia.
Il desiderio di giustizia da parte della famiglia è forte e si riflette in ogni passo intrapreso. Ogni aggiornamento sull’inchiesta viene seguito con attenzione, con la speranza che l’emergere di nuovi elementi porti finalmente a una spiegazione chiara dei fatti. La memoria di Davide vive negli occhi dei suoi cari, alimentando la determinazione di scoprire la verità su un evento che ha segnato la comunità e innalzato interrogativi su sicurezza e responsabilità.
Le speranze di una chiusura rispetto a questa dolorosa vicenda si intrecciano con il bisogno di risposte, in una storia che continua a rimanere aperta e a far vibrare le corde della memoria collettiva.