La situazione attuale del Milan è al centro di un acceso dibattito, con il noto giornalista Gianni Visnadi che ha analizzato le criticità della squadra rossonera. Intervenuto ai microfoni di Sky, Visnadi ha messo in evidenza le problematiche che affliggono la gestione tecnica e strategica del club. Tra confusione e decisioni discutibili, emerge la figura dell’allenatore Paolo Fonseca, che sembra essere lasciato solo nel suo operato.
La confusione nella società
Visnadi non ha risparmiato critiche alla società, sottolineando che “i nodi vengono sempre al pettine” e che il problema principale risiede nella gestione complessiva del club. Secondo il giornalista, ci sarebbe una grave mancanza di chiarezza nella conduzione della squadra, con scelte che appaiono poco ponderate e influenzate da fattori emotivi. Questo comportamento ha portato a un mercato caratterizzato da acquisti errati e da una gestione poco razionale degli atleti.
Il passaggio di Visnadi sul mercato degli ultimi due anni mette in luce l’acquisto di giocatori ridondanti, creando una rosa che non soddisfa le esigenze tecniche della squadra. L’analisi non si ferma qui; egli evidenzia anche come, al di là delle aspettative su Fonseca, la società non sembra affiancarlo adeguatamente nelle sue scelte. Ogni suo intervento sembra essere prontamente smentito dalla dirigenza, creando un clima di instabilità e confusione. Visnadi ha aggiunto che mentre Fonseca fa riferimento all’operato degli arbitri, la società invita a non porre l’attenzione su questo argomento, esprimendo una visione diametralmente opposta.
Le responsabilità di Fonseca
Visnadi ha posto l’accento sulle mancanze dell’allenatore, partendo dalla sua incapacità di comprendere il gioco del Milan entro Natale. Durante una partita cruciale, Fonseca ha scelto di schierare giovani del 2007 e 2008, decisione che poteva sembrare valida ma che in realtà ha contribuito al fallimento della squadra. Il giornalista menziona che in sfide decisive, come quella contro il Genoa, ci si aspettava di vedere in campo giocatori con maggiore esperienza e affiatamento come Theo Hernandez.
L’assenza di scelte strategiche ha sollevato interrogativi sulla preparazione dell’allenatore. Visnadi critica la gestione di calciatori chiave, come Leao, il quale è stato relegato in panchina, nonostante la sua importanza per il gioco rossonero. L’opinione comune che il suo riposo possa aver giovato è messa in discussione: “Leao è stato il miglior giocatore del Milan negli ultimi anni, non si può sottovalutare la sua importanza”. Le scelte sbagliate di Fonseca, quindi, non solo hanno penalizzato la squadra, ma hanno anche evidenziato la fragilità della strategia di allenamento.
Analisi di Theo Hernandez
Un altro punto di discussione riguarda Theo Hernandez, la cui performance non rispecchia le aspettative. Visnadi sottolinea che, sebbene il terzino francese abbia sempre avuto alcune lacune difensive, la sua carenza nelle prestazioni attuali possa essere dovuta a questioni extra-campo. La critica all’allenatore si fa nuovamente sentire; il tecnico non dovrebbe punire i giocatori in difficoltà, ma al contrario cercare di valorizzare le loro qualità per riportarli ai livelli desiderati.
La questione centrale è come riabilitare un giocatore fondamentale per il Milan come Theo Hernandez. I tifosi e gli osservatori si chiedono se il club sia in grado di supportare il giocatore e il suo allenatore. Visnadi afferma che la soluzione non è trovare un giocatore alternativo, ma piuttosto rimettere in carreggiata quello che è stato un punto di forza della rosa.
Un momento di riflessione per l’allenatore
Visnadi si interroga quindi sull’atteggiamento di Fonseca, affermando che non può essere definito autolesionista, ma che può certamente commettere errori. In effetti, la pressione su di lui è palpabile, e ogni decisione presa viene esaminata sotto l’occhio delle critiche. Tuttavia, la strada per il riscatto appare complessa e richiede una riflessione profonda sia da parte dell’allenatore che della società, per garantire un futuro più luminoso al Milan. La stabilità in campo e fuori è fondamentale perché la squadra possa recuperare competitività e serenità.