Aggressione ai soccorritori del 118: inizia il processo per i responsabili dell’incidente del 2022

L’aggressione ai danni di due operatori del 118 nel febbraio 2022 riaccende il dibattito sulla sicurezza degli operatori sanitari, evidenziando la necessità di maggior protezione durante le emergenze.
Immagine generata con AI

Un episodio allarmante avvenuto nel febbraio 2022 ha riacquistato attenzione con l’avvio di un processo a distanza di due anni dall’aggressione ai danni di due operatori del 118. La testimonianza di Alessia Toro, uno dei soccorritori coinvolti, getta luce sulle drammatiche circostanze in cui si sono trovati a dover operare. Questo caso solleva importanti interrogativi sull’adeguata tutela degli operatori sanitari, impegnati a garantire soccorso in situazioni di emergenza.

La cronaca dell’aggressione

Il 28 febbraio 2022, una richiesta di intervento al 118 si trasforma rapidamente in una situazione di pericolo. Dopo una revoca della chiamata iniziale, la centrale operativa decide di inviare due soccorritori sul luogo dell’evento per comprendere meglio la situazione. Alessia Toro racconta dettagliatamente l’incidente: “Quando siamo arrivati, ci hanno ordinato di salire all’ultimo piano per offrire assistenza.” Tuttavia, trovandosi di fronte a una coppia in preda a un litigio, hanno tentato di verificare se avessero bisogno di aiuto, scatenando una reazione inaspettata.

Alessia ricorda le parole pesanti proferite nei loro confronti e la violenza che ha rapidamente preso piede. “L’uomo ha cercato di trattenere il mio collega dentro casa, mentre io tentavo di impedire che la porta venisse chiusa, riuscendo a fuggire per le scale.” In quel momento, i soccorritori si rendono conto di trovarsi in una situazione decisamente critica.

L’escalation di violenza

Dopo momenti di terrore, i coniugi hanno seguito i soccorritori fino al piano terra, in un confronto che ha preso una piega decisamente aggressiva. Alessia ha spiegato: “La donna, visibilmente alterata, mi ha aggredito verbalmente, accusandomi di cose infondate e senza senso, probabilmente sotto effetto di sostanze stupefacenti.” La furia si è scagliata anche contro il suo collega, colpito con pugni.

La situazione è degenerata ulteriormente: “Ho subito un calcio al torace, è successo tutto così rapidamente. Chiedevo aiuto ai vicini, ma nessuno sembrava disposto a intervenire.” I minuti sembravano interminabili fino a quando, fortunatamente, una signora è intervenuta chiamando le forze dell’ordine. Alessia continua a provare paura rievocando quei momenti drammatici e racconta di essersi trovata faccia a faccia con i suoi aggressori durante l’udienza.

La richiesta di tutela e il processo in corso

Durante il processo che ha avuto inizio, Alessia ha espresso la necessità di una maggiore protezione non solo per sé, ma per tutti gli operatori di emergenza che ogni giorno rischiano la propria incolumità per aiutare gli altri. “Sarebbe opportuno inviare prima la polizia e poi l’ambulanza,” suggerisce, riconoscendo i rischi associati al loro lavoro, specie in situazioni di potenziale pericolo. La sua riflessione sottolinea quanto possa essere imprevedibile intervenire in contesti di conflitto.

Il legale Renato Chiesa, che rappresenta una delle vittime, ha informato che i due soccorritori hanno presentato richiesta di costituzione di parte civile per chiedere un risarcimento. “Questo passaggio è fondamentale per sensibilizzare l’opinione pubblica,” ha sottolineato Chiesa. “Agire contro gli operatori del 118 è un reato grave. Chi si impegna per prestare soccorso deve essere tutelato, non aggredito.” La prossima udienza è stata programmata per aprile 2025, segnando un passo importante verso la giustizia in questo caso complesso.

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