Nel corso di un’intervista nel programma “Centrocampo“, trasmesso online, l’ex arbitro Luca Marelli ha rivisitato un episodio controverso che risale al 2007, durante una partita di Serie B tra il Modena e la Juventus. Al centro del dibattito un fallo di Alex Del Piero su Cristian Campedelli, non punito con l’espulsione, che suscita ancora domande e riflessioni sul ruolo della tecnologia nel calcio.
Il fallo e la decisione dell’arbitro
Luca Marelli ha descritto precisamente l’entrata in questione, che coinvolse Alex Del Piero e che secondo sua opinione avrebbe dovuto portare all’espulsione. Durante il match di Serie B, il famoso attaccante juventino colpì la caviglia di Campedelli con una grazia che lasciava poco spazio all’interpretazione. Marelli, rimanendo concentrato sull’azione di gioco in quell’istante, non si accorse della gravità del fallo e si limitò a fischiare un normale fallo. La sua scelta, sebbene in buona fede, comportò una serie di conseguenze.
Solo più tardi, mentre lasciava lo stadio, Marelli ha realizzato quanto fosse seria la situazione. Avvistando Campedelli in stampelle e con la caviglia visibilmente gonfia, definita dallo stesso Marelli “grande come un melone“, il peso della decisione ricadde su di lui. Quella fu una delle situazioni più difficili che un arbitro possa affrontare: il monitoraggio dell’azione in velocità e la necessità di prendere decisioni in tempo reale.
L’assenza del VAR e le sue implicazioni
Marelli ha rimarcato l’importanza del VAR, strumento che ha rivoluzionato il modo di gestire le controversie nel calcio moderno. Secondo il suo parere, se il VAR fosse stato disponibile in quel periodo, sarebbe stato richiamato dopo che il replay dell’azione avesse reso chiara la gravità del fallo. In pochi istanti, l’arbitro avrebbe potuto correggere la sua decisione, portando a una possibile espulsione di Del Piero e a un approccio più giusto in merito all’episodio.
Marelli ha fatto notare come, in situazioni simili, spesso gli arbitri non siano supportati da un’adeguata comunicazione o attenzione da parte degli assistenti. Né il quarto uomo né il commissario di gara, presenti in tribuna, furono in grado di segnalare l’errore. Questa mancanza di supporto evidenzia quanto il mondo dell’arbitro sia complesso e solitario, con decisioni che possono cambiare l’andamento di un incontro.
Ripercussioni e impatti sulla carriera
La discussione ha messo in luce anche l’impatto che situazioni come quella descritta possono avere sulla carriera di un arbitro. Marelli, pur essendo un arbitro esperto, ha dovuto fare i conti con la pressione derivante da decisioni ritenute errate. La sua rielaborazione di quel momento ha evidenziato come ogni errore, anche se non intenzionale, possa mettere in discussione l’affidabilità e la professionalità di un arbitro nel panorama sportivo.
Inoltre, la gestione degli episodi controversi nel calcio ha radicalmente influito sulla percezione del ruolo degli arbitri e della Burocrazia Tecnica. L’indiscutibile miglioramento degli strumenti di supporto al ruolo arbitrale è essenziale per ridurre l’incidenza di errori e migliorare l’esperienza complessiva degli sportivi, siano essi atleti o tifosi.
La riflessione di Marelli invita a considerare una riforma nel modo di condurre gli arbitraggi e a sfruttare al massimo le potenzialità delle tecnologie moderne nel calcio.