Il Comune di Oristano ha deciso di intraprendere un progetto di riqualificazione per l’ex mattatoio della città, situato vicino all’ospedale San Martino. Questa struttura, che ha visto una serie di utilizzi nel corso degli anni, è stata abbandonata e ridotta in pessime condizioni dopo un incendio avvenuto un anno fa. Contestualmente, si evidenzia la presenza di amianto all’interno della struttura, creando preoccupazioni per la salute pubblica. Il coinvolgimento dell’Asl 5 risulta cruciale per restituire decoro e sicurezza alla zona.
L’area dell’ex mattatoio
L’ex mattatoio si trova in una posizione strategica, all’ingresso settentrionale della città, ma la sua condizione attuale è tutt’altro che accettabile. L’intera area è un insieme di cumuli di ferro, rottami e detriti vari, rendendo difficile qualsiasi tentativo di riqualificazione. Le recinzioni in rete metallica, risalenti all’epoca antecedente la Seconda Guerra Mondiale, non solo non impediscono l’accesso ai curiosi, ma evidenziano anche l’abbandono della struttura. Diversi residenti e passanti lamentano la presenza di oggetti pericolosi e la bassa sicurezza del sito, che necessiterebbe di un intervento urgente.
Giampaolo Lilliu, presidente dell’Associazione ex esposti all’amianto, ha lanciato un’allerta in merito alla possibile presenza di amianto nel sito. Secondo il suo racconto, questo materiale potrebbe essere presente in quantità significative, ponendo a rischio la salute delle persone che frequentano la zona. Non è la prima volta che Lilliu segnala la questione, avendo già effettuato comunicazioni ufficiali a tutte le autorità preposte, inclusi il sindaco e altre agenzie locali. L’urgenza dell’operazione di bonifica è evidente, sia per i rischi legati all’amianto che per la necessità di restituire ordine e decoro a un’area che è stata trascurata per decenni.
Storia del sito e proprietà
La storia dell’ex mattatoio è segnata da un utilizzo pubblico in un contesto privato. Negli anni ’60 e ’70, il presidente dell’ente ospedaliero San Martino concesse, pare gratuitamente, il terreno a un privato affinché potesse installare un’officina. All’epoca, l’area serviva a scopi commerciali e produttivi, ma con gli anni il suo uso è cambiato, fino a diventare il rifugio di una colonia rom e, successivamente, un sito abbandonato.
La proprietaria attuale dell’immobile è l’Asl di Oristano, ma l’ente non ha mai preso misure significative per ripulire o ristrutturare l’area, nonostante il suo stato di abbandono sia palese. Il fatto che si tratti di un “bene indisponibile” complica ulteriormente la situazione, poiché rende difficile avviare procedure di usucapione. Inoltre, l’Asl ha l’obbligo di intervenire per garantire la sicurezza e il benessere della comunità, intervenendo anche su un’immagine che rispecchia uno stato di degrado.
La necessità di un progetto di ristrutturazione e bonifica diventa quindi una priorità non solo per motivi estetici e di decoro urbano, ma anche per la salute e la sicurezza dei cittadini. La collaborazione tra il Comune e l’Asl è fondamentale per restituire un’immagine positiva e funzionale a un’area che può rivestire un’importanza significativa per la comunità.