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Reconversione sociale: il progetto Lav(or)ando verso il traguardo finale

Reconversione sociale: il progetto Lav(or)ando verso il traguardo finale

Il progetto Lavando, sostenuto dalla Fondazione con il Sud, ha reintegrato 24 detenuti nel mercato del lavoro attraverso attività nelle lavanderie industriali, promuovendo competenze e riducendo il rischio di recidiva.
Reconversione sociale: il progetto Lav(or)ando verso il traguardo finale - Nidi di Sardegna

Il progetto Lavando sta per volgere al termine dopo quattro anni di attività sostenuta dalla Fondazione con il Sud. Questa iniziativa, realizzata dalla cooperativa Elan di Cagliari, ha permesso il recupero sociale di 24 detenuti tramite il lavoro nelle lavanderie industriali situate negli istituti penitenziari di Uta e Quartucciu. Questo articolo esplorerà i dettagli del progetto, l’impatto che ha avuto sui partecipanti e le prossime tappe del programma.

L’importanza del progetto Lavando

Il progetto Lavando ha avuto come obiettivo primario quello di facilitare l’integrazione sociale e il reinserimento lavorativo per i detenuti, un aspetto fondamentale per ridurre il rischio di recidiva. Attraverso un lavoro retribuito nelle lavanderie industriali, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di acquisire competenze professionali utili per la loro futura occupazione. La cooperativa Elan ha messo a disposizione delle strutture e dei formatori qualificati, creando un ambiente di lavoro sicuro e formativo. Questo approccio ha contribuito a un’importante crescita personale e professionale, puntando sulla dignità e sul valore umano di ogni individuo coinvolto.

I detenuti hanno avuto accesso a corsi di formazione specifici, permettendo loro di apprendere non solo le tecniche di lavanderia, ma anche competenze trasversali come la gestione del tempo, il lavoro di squadra e la comunicazione. Questi aspetti risultano essenziali per un efficace reinserimento nel mercato del lavoro, poiché preparano i partecipanti a interagire in modo produttivo con i colleghi e i superiori in un contesto lavorativo. Il successo del progetto Lavando è stato tangibile anche nell’atteggiamento dei detenuti, molti dei quali hanno mostrato un rinnovato spirito di responsabilità e voglia di costruire un futuro diverso.

La visita dell’assessora regionale al lavoro

Il 10 ottobre, l’assessora regionale al Lavoro, Desirè Manca, visiterà gli istituti penitenziari di Uta e Quartucciu per vedere di persona i risultati del progetto Lavando. Durante questa visita, l’assessora avrà l’opportunità di dialogare con i detenuti e il personale coinvolto, per comprendere meglio l’impatto sociale del programma. L’interesse dell’assessora sottolinea l’importanza della questione del reinserimento lavorativo per le persone detenute, non solo dal punto di vista umano, ma anche in relazione al miglioramento della sicurezza sociale e alla diminuzione della recidiva.

Questa visita rappresenta un’importante occasione per fare il punto sui risultati ottenuti e sulle sfide da affrontare. È previsto un focus sui percorsi di formazione, sulla gestione delle risorse umane e sulla cooperazione tra le istituzioni, al fine di garantire che il progetto possa continuare a evolversi e rispondere efficacemente ai bisogni dei detenuti. Coinvolgere le istituzioni locali è un passo cruciale per assicurarsi che iniziative come Lavando possano contare su un supporto duraturo e consistente, essenziale per massimizzare i risultati ottenuti.

Riflessioni sul G7 del lavoro e dell’occupazione

Recentemente, in concomitanza con il G7 del Lavoro e dell’Occupazione a Cagliari, si è svolta una visita significativa in cui il presidente nazionale della Fondazione con il Sud, Stefano Consiglio, ha espresso un forte apprezzamento per il lavoro svolto nell’ambito del progetto Lavando. Questo incontro ha riunito figure chiave come il direttore dell’istituto di Uta, Marco Porcu, e la direttrice dell’istituto di Quartucciu, Giuseppina Pani, oltre ai rappresentanti della cooperativa Elan, Anna Tedde ed Elenia Carrus.

Durante l’evento, sono stati esaminati diversi temi cruciali, tra cui le modalità di gestione della sicurezza nei luoghi di lavoro e l’importanza di valutare i bisogni specifici dei detenuti per garantire un’adeguata integrazione. Si è discusso anche delle attività trattamentali e lavorative, highlightando le metodologie per orientare, selezionare, formare e assumere i detenuti, oltre ai criteri per l’ammissione ai benefici penitenziari e alle misure alternative.

Grazie a iniziative simili, il progetto Lavando non solo si propone di migliorare la qualità della vita dei detenuti, ma anche di contribuire a una maggiore consapevolezza sociale riguardo le problematiche legate alla detenzione e al reinserimento. Trattare la questione del lavoro penitenziario come parte integrante di un sistema più ampio di giustizia e riabilitazione rappresenta una sfida importante che coinvolge istituzioni, comunità e soggetti privati.

Il progetto Lavando conclude dunque un ciclo di attività concreto e operativo, dimostrando che l’occupazione e l’educazione rappresentano leve fondamentali per la costruzione di un futuro diverso per chi ha vissuto l’esperienza del carcere.

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