Le straordinarie notizie di questi giorni provenienti da Borgo Sant’Elia hanno sollevato un vespaio di polemiche tra i residenti, costretti a fronteggiare bollette dell’acqua astronomiche. Chi ha ricevuto importi da 1.300, 1.600 e addirittura 2.100 euro per sei mesi di consumo non riesce a spiegarsi l’incredibile anomalìa, soprattutto considerando che in passato i costi non superavano mai i 200 euro. I cittadini di questa storica zona, già provati dalla vetustà delle infrastrutture e dalla mancanza di interventi, si sono uniti con un unico scopo: ottenere risposte e soluzioni alle loro difficoltà.
La difficile situazione abitativa a Borgo Sant’Elia
La realtà abitativa di Borgo Sant’Elia è complessa e ricca di problematiche. Molti residenti, come Luciano Cao, lamentano la mancanza di possibilità di effettuare lavori per verificare eventuali perdite nelle tubazioni interne, non avendo la proprietà delle abitazioni, che appartengono al Comune. Questo limita gravemente la loro possibilità di intervenire su un sistema idraulico che, stando alle mancate normative sui servizi pubblici, versa in condizioni critiche. Le tubature, molte delle quali risalgono a oltre sessant’anni fa, sono colpevoli di perdite e malfunzionamenti.
Il Comune di Cagliari è infatti l’unico responsabile delle strutture, e senza un intervento da parte delle autorità competenti, la situazione è destinata a peggiorare. A ciò si aggiungono costi elevati e per i cittadini, l’incubo di bollette esorbitanti diventa sempre più palpabile. Alcuni residenti come Sergio Sirca hanno cercato di agire autonomamente, sostenendo di aver effettuato lavori di riparazione a proprie spese, ma questa non è una soluzione sistematica e non può risolvere i problemi di fondo.
Rali: il rimpallo di responsabilità
La crescente frustrazione tra i cittadini è arrivata a un punto critico, culminando in un incontro tenutosi nei parcheggi tra il Lazzaretto e il campo di calcio di Borgo Sant’Elia. I residenti, riuniti sotto un albero, hanno condiviso le loro preoccupazioni, richiamando l’attenzione sul disinteresse apparente da parte delle autorità per la loro zona. Le responsabilità sono state al centro di un serrato dibattito: i cittadini segnalano come Abbanoa, la società che gestisce il servizio idrico, non possa intervenire su tubazioni interne, mentre il Comune pare disinteressato a pianificare interventi per migliorare le strutture.
Bruno Cao, uno dei residenti, ha sottolineato che questa situazione lo fa sentire abbandonato dalle istituzioni, evidenziando la mancanza di progetti volti a rinnovare le tubazioni umide e arrugginite, che da anni rappresentano un rischio per la sicurezza degli edifici. Il parere unanime è che il processo burocratico stia rallentando ulteriormente le possibili soluzioni e molte famiglie si sono trovate nella condizione di dover giustificare consumi evidentemente errati.
Il paradosso della mancanza di contatori
Un aspetto paradossale della situazione è rappresentato dalle abitazioni situate a pochi passi da Borgo Sant’Elia. Qui, in alcuni edifici di proprietà di Area, i residenti non ricevono bollette poiché mancano contatori singoli. Le famiglie in queste palazzine si sono ritrovate a vivere in una sorta di limbo, con richieste di regolarizzazione che si sono fatte sempre più pressanti nel corso degli anni. Tuttavia, nonostante le molteplici sollecitazioni, poco è cambiato negli ultimi decenni.
Questo stato di cose ha alimentato il malcontento dei residenti, che si sentono discriminati rispetto alle altre famiglie, a fronte dello sforzo di fronteggiare spese elevate per l’acqua. In aggiunta, si segnala una battaglia legale in corso tra Area e Abbanoa, proprio per risolvere la questione della gestione delle risorse idriche. La sensibilità del tema è divenuta ancor più acuta in un contesto dove l’accesso all’acqua è un diritto fondamentale, e le discrepanze nella gestione di questo servizio pubblico non fanno che amplificare le difficoltà quotidiane di molte famiglie.