Il Tribunale di Oristano ha emesso una condanna di trent’anni di reclusione per Antonino Demelas, un ex cuoco di Mogorella, accusato di abusi sessuali su una bambina di 10 anni. La sentenza, pubblicata nella mattinata odierna, accoglie integralmente la richiesta dei pubblici ministeri Armando Mammone e Andrea Chelo, sottolineando la gravità delle accuse e la rilevanza delle prove presentate durante il processo. L’imputato attualmente si trova in carcere, dove sta scontando una pena di 14 anni per rapina. Resta aperta anche l’indagine sull’omicidio della compagna, Marina Castangia, scomparsa tre anni fa.
Le prove a carico di Demelas
Durante il processo, i pubblici ministeri hanno presentato prove decisive che hanno confermato la responsabilità di Antonino Demelas nei reati contestati. Fra gli elementi probatori più significativi emerge il test del DNA, il quale ha rivelato tracce biologiche rinvenute nei luoghi utilizzati dall’imputato per incontrare la bambina, in base alle intercettazioni ambientali. Tali evidenze hanno contribuito a rafforzare la posizione dell’accusa, lasciando poco spazio a dubbi sull’accaduto.
Ad ulteriore supporto delle accuse, il racconto dettagliato della vittima ha giocato un ruolo cruciale. Le testimonianze sono state affiancate da una perizia ginecologica, che ha fornito al tribunale informazioni inequivocabili sullo stato della bambina al momento degli abusi. Entrambi gli atti, uniti alle prove disponibili, hanno permesso ai pm di richiedere la massima pena per questo tipo di reato, in considerazione della particolare vulnerabilità della vittima.
La decisione del tribunale e la reazione delle parti
Il collegio giudicante, composto dalla presidente Serena Corrias e dai giudici a latere Cristiana Argiolas e Gabriele Bordiga, ha concluso che non vi erano motivi per accogliere la richiesta di perizia avanzata dalla difesa, che mirava a dimostrare la presunta incapacità di Demelas di avere rapporti sessuali consensuali. La sentenza, quindi, ha sancito una condanna esemplare di 30 anni per le atrocità commesse.
I pubblici ministeri Mammone e Chelo hanno dichiarato che la pena inflitta è in linea con la gravità del reato e rappresenta un passo importante verso la giustizia per la vittima, la quale ha già affrontato un trauma immenso. Dalla parte opposta, l’avvocato difensore Libero Pusceddu, nonostante la severità della condanna, ha espresso la volontà di continuare a perseguire le vie legali, evenienza che potrebbe includere la richiesta di appello nei prossimi giorni.
L’inchiesta sull’omicidio di Marina Castangia
Oltre alla condanna per abusi sessuali, permane un’altra ombra sulla figura di Antonino Demelas: l’inchiesta per l’omicidio della sua compagna, Marina Castangia. La parrucchiera di Cabras è scomparsa a maggio di tre anni fa, e le forze dell’ordine continuano a indagare sul suo misterioso caso. Gli inquirenti stanno cercando di raccogliere ulteriori elementi che possano chiarire le circostanze della sua scomparsa e l’eventuale collegamento con Demelas.
Mentre l’attenzione resta focalizzata sulle due gravi accuse, il processo ha sollevato interrogativi profondi sulla sicurezza dei minori e sull’efficacia del sistema giudiziario nell’affrontare abusi di questo tipo. La condanna esemplare evidenzia la necessità di misure preventive e un forte impegno per proteggere i più vulnerabili nella società. Il deposito delle motivazioni della sentenza è atteso entro 90 giorni, e la comunità resta in attesa di ulteriori sviluppi riguardanti entrambi i casi.